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	Inserito da  Redazione il 30/11/2007 alle ore 09:20:08 - sez.  Regione - visite: 5060 
			  
	
		L'ATO n. 6 Chietino dice no alla riforma del sistema idrico integrato della Regione 
		Di Giuseppantonio: "Non possiamo permettere che l’acqua diventi una merce di scambio politico" 
        
                 
		
“92 Comuni pagheranno lo scotto della guerra fratricida all’interno della sinistra. Il Governatore Ottaviano Del Turco, per risolvere la questione dei costi della politica ha inaugurato una nuova stagione: quella dei costi delle beghe politiche. Costi economici e costi in termini di efficienza della gestione della risorsa idrica. – ha esordito con toni forti il Presidente dell’ATO Chietino Enrico Di Giuseppantonio, che il 28 Novembre ha tenuto una conferenza stampa insieme al Consigliere di Amministrazione Fabrizio Montepara. – “Perché, ora, con la legge di riforma del sistema idrico integrato della Regione Abruzzo, non solo aumenteranno i costi di gestione, ma anche le spese per il contenzioso, che si moltiplicherà. Oggi iniziamo una battaglia vera per ridare l’acqua ai Comuni. Non possiamo permettere che l’acqua diventi una merce di scambio politico: l’Assessore Srour ha detto che vuole riprendersi il controllo sulla gestione dell’acqua? Bene, non lo permetteremo, perché l’acqua è dei cittadini! Sarà battaglia dura, perché non possiamo permettere che la politica entri dai rubinetti in tutte le case degli abruzzesi senza neanche chiedere permesso”. 
  Con questa legge, nel comprensorio chietino entreranno d’ufficio e senza sentire le comunità interessate altri 12 Comuni tra cui alcuni, come Chieti, che - secondo Di Giuseppantonio - “finiranno per creare dei problemi ai piccoli e medi Comuni. E poi, vogliamo parlare dell’arbitrarietà delle ripartizioni territoriali “ottimali” che non tengono conto in nessun caso del naturale perimetro dei bacini idrografici? Quale gestione unitaria possiamo avere se i Comuni come Chieti, Francavilla, San Giovanni Teatino sono serviti dalle reti dell’ACA, la società di gestione del comprensorio pescarese e pagano 0,19 euro al metrocubo più che nel nostro comprensorio? Finiremo con il moltiplicare i costi e pagare di più l’acqua”.
  La confusione generata dalla legge – pasticcio è diventata, secondo il Presidente dell’ATO Chietino, la barzelletta d’Italia. “In questi giorni mi sono confrontato in seno all’ANCI con altri Sindaci italiani e con alcuni colleghi Presidenti di ATO, che sono rimasti esterrefatti di cotanta sfacciataggine per una manovra palesemente incostituzionale, fatta in barba a qualunque principio democratico. Non si è mai vista una legge di riforma che nasce nelle stanza del potere senza consultare nessuno, sopratutto in un settore così delicato come la risorsa acqua” – ha aggiunto Di Giuseppantonio - Potremmo fare un paragone semplice: se un bambino va male a scuola, per affrontare la questione che si fa? Del Turco dà addosso ai genitori, togliendo loro la patria potestà e lasciando senza colpe la scuola. E’ ciò che è accaduto con la riforma: la patria potestà dei Comuni e quindi dei cittadini sulla risorsa acqua è stata usurpata. La domanda che ci dobbiamo porre è di chi sono in effetti le responsabilità, se la gestione della risorsa acqua non funziona al meglio? Assunzioni, appalti e potere sono il vero problema, ma non è l’ATO a gestire il potere, bensì le società di gestione. Un consorzio obbligatorio di Comuni, qual è l’ATO, può essere considerato alla stregua di una associazione di genitori che può solamente tutelare i propri figli. Per quanto riguarda poi la questione morale di cui parla il Governatore Del Turco, io sono perfettamente d’accordo a scendere in campo, ma per fare una battaglia vera, con nomi e cognomi”.
  Il Presidente dell’Ente di Ambito ha inoltre ricordato come in questi 40 mesi di incarico sia stata avviata una nuova stagione nella gestione del ciclo idrico integrato del comprensorio chietino, fondata sui principi di trasparenza, risparmio ed efficienza, condivisi dai componenti del Consiglio di Amministrazione e dall’Assemblea dei Sindaci. Questo ha portato grandi investimenti per la definitiva soluzione del problema emergenza idrica, con lavori di miglioramento e messa a norma degli impianti di depurazione e fognari, oltre che di potenziamento delle reti di acquedotto per più di 39 milioni di euro. “Inoltre portiamo all’Assemblea dei Sindaci convocata per venerdì 30 novembre, 13 milioni di euro di avanzo che saranno ripartiti tra i Comuni con meno di 5.000 abitanti”.- ha annunciato Enrico Di Giuseppantonio – “Per ottenere questi risultati, abbiamo preteso una gestione fuori dalle logiche clientelari con l’unico obiettivo di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. Abbiamo vigilato sull’operato della SASI, a volte anche incalzando i vertici della società con toni forti, ma sempre nell’interesse esclusivo dei 92 Comuni che rappresentavamo. Ma ora basta: l’acqua deve tornare ai Comuni. Le logiche di partito del legislatore regionale ha portato all’estremo sacrificio l’intero impianto della legge Galli, che nel 1994 tolse l’acqua ai Comuni per darla ad enti e società consortili. Oggi registriamo il risultato scandalosamente negativo di questo sistema in cui con troppa facilità si inserisce la Regione per mettere le mani sull’acqua. Ora basta: torniamo a quando si pagava meno e il sistema funzionava di più perché l’acqua era gestita direttamente dai Comuni”.  
Comunicato Stampa ATO n.6 Chietino del 28-11-2007 
	
				
				
					
				
	
	
	
		
		
				
					
			
					
			
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		Ato, nominati i commissari
  Ciclo idrico integrato: per sei mesi a ogni provincia un dirigente della Regione
  Per i prossimi sei mesi ogni Ambito territoriale ottimale (Ato) avrà a capo un dirigente della Regione, che ha nominato oggi i commissari dei quattro Ato, ridefiniti secondo la legge appena approvata in base ai confini delle province.
  Per il vertice dell’Ato 4 Chietino, che unisce i 92 Comuni del vecchio ente al resto della Provincia, capoluogo compreso, è stato scelto Antonio Sorgi, architetto e direttore del settore Ambiente. Gli altri commissari sono Mario Russo per L’Aquila (servizio Idrografico e mareografico), Pierluigi Caputi per Pescara (Lavori pubblici), Stefania Valeri per Teramo (settore legale).
  Con la nomina dei commissari viene così a decadere il consiglio di amministrazione dell’Ato che ha sede a Lanciano presieduto da Enrico Di Giuseppantonio, che nei giorni scorsi aveva aspramente criticato la riforma della Regione. Tra l’altro oggi era stata programmato un’assemblea dei sindaci dell’ente, che avrebbe dovuto approvare il riutilizzo di 13 milioni di euro di avanzo per interventi nei Comuni con meno di cinquemila abitanti. 
  Fonte: lanciano.it del 30-11-2007 
		
			Inserito da   casoli.org
			 il 30/11/2007 alle ore 16:07:20
		  
	 
	
		
		L'ultima assemblea dell'ente d'ambito
  I sindaci dell'Ato 6 approvano i fondi per i piccoli Comuni. Il centrosinistra non partecipa
  Lanciano - L’assemblea dei sindaci dell’Ambito territoriale ottimale si è riunita probabilmente per l’ultima volta. La riunione si è svolta nonostante la legge regionale che abolisce l’Ato numero 6 (leggi l’articolo) e la nomina dei commissari per nuovi enti (leggi l’articolo): «Nessun provvedimento è stato notificato», ha chiarito il presidente e sindaco di Fossacesia Enrico Di Giuseppantonio.  A mantenere il numero legale sono intervenuti praticamente solo amministratori di centrodestra, mentre quelli di centrosinistra, compresi i componenti del cda, pur essendo venuti a Lanciano, sono rimasti sulla porta senza rispondere all’appello. Clima rilassato, quindi, quasi sommesso, con tutti i punti all'ordine del giorno passati velocemente all'unanimità. Dalla prossima assemblea il nuovo Ato includerà tutta la provincia, cioè 104 municipi contro i 92 attuali, e «dodici Comuni che rappresenteranno il 60 per cento dei contatori», e non ci sarà nessun rapporto con i bacini idrografici e le reti. Da decidere quale sarà la sede dell’ente.  L’assemblea ha comunque ratificato il regolamento per il controllo della società che gestisce il servizio idrico, che dà maggiori poteri ai sindaci; l’assestamento di bilancio; l’assegnazione di fondi ai Comuni con meno di cinquemila abitanti per investimenti nel comparto fognario e depurativo. Una cinquantina di centri beneficeranno di oltre 12 milioni di euro, a seconda del numero di abitanti. Sono tutti municipi che non hanno ricevuto fondi Apq. 
  Fonte: lanciano.it del 30-11-2007 
		
			Inserito da   casoli.org
			 il 03/12/2007 alle ore 10:47:07
		  
	 
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