Il caso di Severino commuove il Quirinale
		L’appello di Mingroni sul tavolo di Napolitano. Il Presidente al giovane disabile che vuole votare a casa: «Ditemi che posso fare»
        
                
		
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di Novella Di Paolo
Casoli - Nemmeno ventiquattro ore di attesa, la 
risposta è arrivata la mattina successiva. Una telefonata dallo staff del 
Quirinale: il Presidente ha visto e ascoltato e chiede cosa può fare. Tanto per 
cominciare, suggeriscono dalla segreteria, fare una dichiarazione pubblica 
affinché la legge sia cambiata; autorizzare il voto da casa anche a i disabili 
come Severino, che grazie alle nuove tecnologie possono espletare il loro 
diritto anche autonomamente.
Severino, bidello all'Università di Chieti, era un uomo normale fino a una 
domenica di ottobre di tredici anni fa, quando, aperti gli occhi, non riesce ad 
alzarsi dal divano dove si era appisolato. Da lì il ricovero e la diagnosi, 
forse tardiva dice lui: trombosi. 
Aveva trentasei anni. Rivedrà Casoli e la sua casa due anni dopo e vi entrerà su 
una barella. Era meglio se fosse morto, si diceva. Muto e immobile su una 
malconcia sedia a rotelle, passa i primi anni nella totale disperazione. I 
pianti, i silenzi e le sofferenze, però, cominciarono a diminuire grazie alle 
cure della sua famiglia e alla scoperta della comunicazione via Internet. Il 
mondo in una stanza, grazie all'Head Mouse, oggetto di tecnologia americana, 
costato all'epoca quattro milioni di lire. Con questo dispositivo, che converte 
i movimenti della testa nel movimento del cursore del mouse sul computer, e con 
una tastiera a schermo, Severino diventa completamente autonomo nella 
comunicazione. Ed è proprio con il pc che comincia le sue battaglie. Diventato 
abilissimo con le nuove tecnologie, fa del desktop il suo centro operativo.
Si informa sulla sua malattia e sulle possibilità di cura, si crea un indirizzo 
di posta elettronica e contatta giornali e giornalisti. Scrive a politici e 
istituzioni, soprattutto a livello regionale, per sensibilizzarli sulle 
problematiche dei disabili gravi come lui. Apre un sito web interamente 
realizzato da lui, grazie all'inseparabile Head Mouse. Poi, nel 2001, incontra 
virtualmente Luca Coscioni; con lui non è amore a prima vista, ci vogliono, 
infatti, altri due anni perché Severino capisca la difesa di quelle idee, la 
libertà della ricerca scientifica. Si iscrive al suo movimento e viene a 
conoscenza degli studi sulle cellule staminali, di cui fino ad allora non aveva 
mai sentito parlare. Si intensificano, così, anche i contatti con i Radicali e 
l'impegno politico che lo porterà anche a qualche candidatura. 
Nonostante questa intensa vita pubblica, però, Severino, a quasi quindici anni 
da quella maledetta domenica, continua a dover essere imboccato, lavato, 
accudito; muove solo i muscoli del collo, un pollice e la palpebra destra, con 
la quale ha comunicato per oltre due anni. Sì, sogna ancora un futuro, ma ogni 
tanto, quando spegne il pc, pensa che, forse, quella mattina forse sarebbe stato 
meglio se fosse andata diversamente.
Fonte:
www.ilmessaggero.it del 13-04-2008
	
				
				
					
				
	
	
	
		
		
				
					
			
					
			
					Area commenti di FaceBook
		
		
				
	
		
			
	
	
	
		
		Vorrei sognare quel futuro assieme a te...
e che il suo pensiero fosse luce, 
come l' alba di un giorno d' estate.
		
			Inserito da  Cristina
			 il 14/04/2008 alle ore 23:48:31
		
	 
	
		
		Ciao Severino,
come sempre hai tutta la mia solidarietà. Purtroppo il tuo caso  dimostra che non vivamo in un Paese sviluppato e civile. Ma è evidente che alla "maggioranza" degli italiani e alle istituzioni da cui scelgono di farsi rappresentare, la situazione va bene così. 
Ti mando un saluto. 
Concludo con una tua toccante citazione (sperando di ricordarla testualmente):
"Ho vissuto più intensamente io da locked-in in questi dieci anni che la maggioranza degli umani, che stanno semplicemente vegetando".
		
			Inserito da  Anastasia Cipolla
			 il 15/04/2008 alle ore 13:38:05