Caro Presidente Berlusconi, io voglio votare!
Lettera aperta di Severino Mingroni al Presidente del Consiglio
"Caro Signor Presidente del Consiglio, spero proprio che tutto il Parlamento si adoperi alacremente perché, prima delle prossime elezioni europee, divenga Legge dello Stato la Proposta di Legge presentata dalla on. Rita Bernardini, e sottoscritta da tutte le forze politiche, calendarizzata da poco in Commissione Affari Costituzionali volta ad ammettere gli elettori disabili al voto domiciliare riconprendendovi così anche quei disabili stranamente considerati trasportabili dalla Legge attuale, come il sottoscritto.
Dico stranamente perché, sono un disabile gravissimo, ed ho tante di quelle gravi invalidità -ho la LIS (Locked-In Syndrome) da trombosi alla arteria basilare, dalla fine quasi dell'ottobre 1995- il che comporta che l' andare a votare al seggio elettorale, è una vera e propria tortura fisica e psicologica.
Caro Signor Presidente del Consiglio, vorrei provare a documentarle con un video una tale tortura fisica "democratica", pure perché, in questo modo, avrà forse una chiara idea del grave "stress" psicologico a cui siamo sottoposti io e i miei familiari quel giorno.
Essendo io un abruzzese residente a Casoli in provincia di Chieti, mi è sembrato opportuno votare al seggio per le elezioni regionali del 14 e 15 dicembre 2008. Di questa mia tortura "democratica", farò fare un video - probabilmente dai miei amici radicali-, e glielo manderò.
Da quando ho la LIS, sono andato a votare solo nel giugno 2005, per il referendum sulla legge 40, ed è tutto documentato su Internet da un servizio fotografico (clicca) nel mio sito : nonostante ci fosse un bel sole e facesse caldo, fu, per me e la mia famiglia, un vero calvario.
Infatti, anche se il mio seggio dista poco dalla casa del sottoscritto, Casoli non è un paese in pianura; quindi, devo pure farmi trasportare da una auto apposita per espletare un semplice ed elementare mio diritto; e poi, mi auguro proprio che, il giorno del voto dello scrivente, non nevichi, o piova forte o faccia molto freddo, affinché la tortura "democratica" sia meno tortura.
Votare a domicilio perciò, sarebbe per me una ottima opportunità che mi eviterebbe un notevole stress psicofisico: tenga pure conto che, quando sto qui al computer, mi sento una persona normale come lei, caro Signor Presidente del Consiglio, mentre, quando vado a votare al seggio, mi sento solo un disabile gravissimo, anche tetraplegico e muto.
Eppure, nonostante la mia terribile LIS, credo che mi e ci convenga votare perché, nelle liste elettorali, c'è qualche persona che è per l'autodeterminazione del disabile: per capirci bene, ci sono politici che rispettano e accettano la nostra volontà, qualunque essa sia, anche se siamo tetraplegici e muti; sia che chiediamo una morte opportuna come Welby, sia che chiediamo una vita dignitosa - magari indipendente, informatica e non- come il sottoscritto. E' vero che questi politici sono ancora troppo pochi, e vanno attualmente cercati con il lanternino nelle liste elettorali, ma non è certo richiudendoci in noi stessi - sia pure con la LIS come me!- che essi aumenteranno di numero.
Anzi, caro Signor Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, io sono sicuro che, grazie al voto domiciliare, tali persone rispettose delle nostre volontà, un giorno non lontano, saranno presenti numerose in tutte le Forze politiche, tanto che noi disabili, quel giorno, avremo l'imbarazzo nel voto, non volendo fare un torto a nessuno.
Con questa certezza, mi appello a Lei, al suo governo ed alle forze politiche che la sostengono in parlamento perché si impegnino ad approvare e sostenere questa riforma bipartisan del voto, in tempo utile per le elezioni europee. Confidando in una sua risposta alla presente le porgo i migliori auguri di buon lavoro"
Severino Mingroni
Consigliere Generale dell'Associazione Luca Coscioni
( www.severinomingroni.it )
Severino risponde alle domande della giornalista Novella Di Paolo de "Il Messaggero"
Una giornalista de "Il Messaggero" (edizione abruzzese) di nome Novella Di Paolo, il 24 novembre, per e-mail, ha chiesto a Severino:
«...Andrai a votare per l'elezione del nuovo Presidente della Regione? Se sì o se no, perchè? Raccontami un po' come si è sviluppata la storia nel frattempo: Napolitano si è fatto vivo ancora? Con chi stai combattendo? Supporti da altre forze politiche o sociali?...»
E lui, il 26 novembre ha risposto:
«Oggi, decidono ufficialmente quando votare: anzi, alle 15,30 su Rainews24, lo hanno appena detto che si voterà il 14 e 15 dicembre prossimi. E io andrò a votare al seggio alle regionali, soprattutto perchè vorrei votare a casa dalle europee del prossimo anno: infatti, per me, votare al seggio, è una tortura sia fisica che psicologica. Alle Primarie nazionali e regionali scorse del Pd, ho già votato a domicilio, ed è stato di una semplicità estrema. Non capisco perchè ciò non possa essere pure per tutte le altre elezioni, dalle europee alle comunali. Parlo anche come radicale della Associazione Coscioni, di cui sono Consigliere generale, ecco spiegato il mio manifesto-appello al nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Alla Coscioni, riteniamo indegno che un Paese civile non preveda il voto domiciliare, soprattutto per i disabili gravi (come me, poi). Però, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, non si è fatto più sentire al riguardo dall'aprile scorso, ma egli ha tanti altri problemi da esaminare e tentare di risolvere: tuttavia, i Radicali non si arrendono mai; e io, da buon aspirante radicale, cerco di stare al loro passo. Quindi, le prossime regionali abruzzesi, mi sono sembrate una ottima occasione per questo appello per Silvio Berlusconi: tieni conto che, nel maggio scorso, la onorevole radicale del Pd Rita Bernardini, ha anche presentato una opportuna PdL sul voto domiciliare per noi disabili gravi. Tu ti chiederai perchè io abbia una tale voglia di votare -a casa- e di far votare i disabili, ma è semplice: perchè, purtroppo, la grande maggioranza dei nostri politici ci considera unicamente dei casi pietosi, se va bene. Più siamo gravi e più è così. Tuttavia, grazie alla informatica, i Radicali Luca e Piero soprattutto, hanno esattamente dimostrato il contrario, e cioè: abbiamo una mente, un pensiero, spesso profondo. Insomma: COGITO ERGO SUM. Quindi, anche se siamo tetraplegici e muti, vogliamo decidere noi per la nostra morte e la nostra vita. In breve e per capirci: dovete accettare sia Piero Welby quando parla di morte opportuna ed eutanasia; sia quando il sottoscritto parla di Vita Indipendente informatica e non. Fino ad ora, mi sento ascoltato: a livello nazionale, dai Radicali, e, regionale, da Maria Rosaria La Morgia. Quindi, il 14 dicembre prossimo alle 14 circa, voterò per Maria Rosaria; mentre, alle europee del 2009, voterò (spero a casa) per i Radicali. Quando pure le altre Forze politiche saranno per la nostra autodeterminazione, avrò l'imbarazzo della scelta nel voto: ne sarò molto felice, credimi. Se così sarà, le prime ad esserne felici saranno Mina Welby e Maria Antonietta Farina Coscioni ed i loro mariti.
Come vedi, sto discretamente, e credo di averti risposto su tutto.»
L'articolo apparso su "Il Messaggero" il primo dicembre
Severino andrà al seggio «Ma per le europee vorrei votare da casa»
Lettera-manifesto del disabile di Casoli: una legge per il voto a domicilio
di Novella Di Paolo
Chieti - Severino questa volta andrà a votare al seggio per le elezioni regionali, forte della promessa che ha tentato di strappare al Presidente del Consiglio: di poter votare da casa per le europee del 2009. Severino Mingroni, consigliere dell'Associazione Luca Coscioni, è un disabile grave di Casoli. Di lui si era già occupato, nell'aprile scorso, il presidente della Repubblica: in un video Mingroni spiegava perché si rifiutava di farsi trasportare per andare a votare al seggio. Lo voleva fare da casa. E ora Severino ha scritto un manifesto-appello a Silvio Berlusconi: «Caro signor presidente del Consiglio, spero che per le prossime elezioni potrò votare da casa». Tre sono le richieste principali. Quella a cui tiene di più è scritta all'ultimo punto della sua lettera: «Chiedo che un disabile grave come il sottoscritto, considerato trasportabile dalla legge attuale, possa votare a casa e non più sottoporsi alla tortura fisica e psicologica di farsi trasportare al seggio per espletare questo suo diritto».
Severino parteciperà alle elezioni regionali senza fare storie. E ci andrà forte della promessa che ha tentato di strappare al Presidente del Consiglio: di votare da casa almeno per le elezioni europee del 2009. everino Mingroni, consigliere dell'Associazione Luca Coscioni, è un disabile grave di Casoli; di lui si era già preoccupato, nell'aprile scorso, il Presidente della Repubblica: in un video Mingroni spiegava perché si rifiutava di farsi trasportare per andare a votare al seggio. Lo voleva fare da casa.
E ora dopo il Capo dello Stato, Severino ha deciso di arrivare anche alle orecchie del Capo del Governo e qualche settimana fa ha scritto un manifesto-appello a Silvio Berlusconi.
«Caro signor Presidente del Consiglio - scrive Severino - spero che per le prossime elezioni voterò da casa». Tre sono le richieste principali, che Severino aveva già fatto nel 2006, quando si era candidato con il Partito Radicale. Quella a cui tiene di più è scritta all'ultimo punto della sua lettera: «Chiedo - scrive - che un disabile grave come il sottoscritto, considerato trasportabile dalla legge attuale, possa votare a casa e non più sottoporsi alla tortura fisica e psicologica di farsi trasportare al seggio per espletare questo suo diritto».
Per il voto domiciliare ai disabili c'è anche una proposta di legge bipartisan, presentata dalla radicale, l’onorevole Rita Bernardini. Severino ci tiene a sottolinearlo che non sta combattendo da solo. «Mi appassiona molto questa battaglia. La maggioranza dei nostri politici ci considera soltanto dei casi pietosi. Più siamo gravi e più siamo pietosi. Può sembrare strano ma anche i tetraplegici, i disabili pensano». E a dimostrarlo oggi c'è la tecnologia. Severino Mingroni è immobile da tredici anni per colpa di una trombosi, ma non dipende da nessun macchinario. Ha solo bisogno di essere lavato, nutrito e accudito, ma a comunicare ci riesce benissimo da solo, autonomamente.
Scrive col computer attraverso un head-mouse, uno strumento di tecnologia americana che converte i movimenti della testa in spostamenti del cursore sullo schermo.
Proprio la tecnologia e in particolare internet, gli hanno fatto tornare la voglia di vivere, tanto da arrivare a trascorrere otto, anche nove ore davanti allo schermo. Per questo Severino fa al Presidente del Consiglio Belusconi altre due richieste: «Che al disabile grave arrivi una somma adeguata dalla Regione e che alla stessa Regione il disabile possa chiedere un rimborso spese per il pagamento di internet e di un computer». «Abbiamo una mente, un pensiero, spesso profondo - conclude- quindi anche se siamo disabili vogliamo decidere noi per la nostra morte e la nostra vita. Senza scandalizzare nessuno».
Senza nessuno che parli per loro. Severino, dunque, tra due settimane andrà al seggio. Si farà trasportare da casa sua fin dentro la cabina elettorale e farà apporre da qualcuno una croce al posto suo, ma lo farà solo perché è quasi sicuro che questa sarà l'ultima volta.
Fonte: "Il Messaggero" del 01-12-2008
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