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Redazione il 15/06/2006 alle ore 19:50:13 - sez.
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Si è spento lunedì notte il poeta dialettale Concezio Talone
Lascia la moglie Maria, che sposò nel 1946 e i due figli Mario e Rocco
Muore il poeta Concezio Talone
I funerali si sono svolti ieri alle
ore 10, nella Chiesa di Selva di Altino
Il poeta all'età di 19 anni
Concezio Talone, nato a Selva di Altino nel 1921 da
una famiglia contadina, rimane orfano della madre in tenera età, la figura
materna viene sostituita dalla nonna "mammone". Per vivere
svolge umili mestieri, come il contadino e il manovale. E' un vero poeta
dialettale, un poeta contadino con « una sensibilità sì grande da
accorgersi quando "la vigne parle", "ca vò resse medecate"
e per vigna intende il mondo», così scrive Michele Ursini nel '95 nella
presentazione del libro "Licce e ndricce" che è stata la sua
prima opera; in seguito ha pubblicato altri libri di poesie come "Sprazzi di
neve", ha partecipato a vari
concorsi e i riconoscimenti e i premi ricevuti sono stati tanti, inoltre, alcune sue composizioni fanno parte di
antologie.
Talone, era un uomo intelligente, coraggioso, lavoratore,
sensibile ed umile. Chiamato alle armi nel 1941, viene inviato in Albania,
dove cade prigioniero dei partigiani del luogo, durante questo periodo, scrisse
molte poesie che custodiva gelosamente, ma un giorno le smarrì tutte. La sua
prigionia finirà dopo quattro anni, con il ritorno in Italia nel Settembre del
1945. Il poeta, nel 1999 pubblicherà in un libricino la storia della sua
prigionia (Racconto della mia prigionia) ed alla fine
del racconto aggiungerà queste parole: «Il mio racconto non è finito. Quando finirà non lo
so».
Con un altro quesito, Talone chiude la sua prima raccolta di
poesie, ed in un «momento di estrema presa di coscienza» si chiede:
"Ma j' chi so' ?".
Ma j' chi so'
Ma j' chi so'?
chi so' state?
che avessa resse?
Forze cacche-dune che nen sacce;
pecché, mo, me té mmènte tanta ggente?
Ma j' chi so'?
nu vente che passe?
Quant'è 'ntrecciate sta matasse!
Ma j' chi so'?
Nen so' nijente...
nijente so' j'
e nijente sci tù:
la morte j'arezzéle a tutte ddu'.
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