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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.
La discriminazione politica del Piano Sanitario
"Dalla stampa di ieri - dice il Dr. Pierluigi
Natale - ho appreso che il Sindaco di Guardiagrele, Dott.
Salvi, ha ottenuto dalla Asl di Chieti la promessa di mantenimento del
Pronto Soccorso 24h! Bene, mi fa molto piacere per tutta la popolazione
che usufruirà di detto servizio e mi complimento con il Sindaco! Ma,
dopo questo preambolo, - continua il Presidente del Comitato Civico
per la difesa del Consalvi - mi sento in dovere nel fare qualche
considerazione: La Asl decide per il Pronto Soccorso a Guardiagrele
che dista 10 minuti da Chieti e lo nega a Casoli e Gissi, che distano
ben oltre da Lanciano e Vasto! Forse perché il Dott. Salvi s’è
comportato bene, senza mai contestare né la Asl né il manager di
Chieti Dott. Zavattaro, oppure perché è dello stesso schieramento
politico del Presidente Chiodi? Se così fosse questa è l’amara
riprova di come la Regione sta gestendo la Sanità in Abruzzo! Secondo
me, - conclude Natale - avendo, erroneamente, stabilito che gli
ospedali da dismettere erano 5, qualsiasi provvedimento da prendere,
doveva essere uguale per tutti! Invece così si fa discriminazione bella
e buona e quelli che la fanno (i vari Chiodi, Zavattaro, Budassi,
Venturoni and company), vanno immediatamente destituiti per insipienza
gestionale per la Sanità Abruzzese!"
Dove sono finiti i miei diritti?
di
Nicolino Di Domenica
In Italia paese membro delle nazioni Europee che di recente ha
ratificato anche una convenzione sui diritti delle persone con
disabilita, paese che ha emanato leggi che dovrebbero tutelare i diritti
dei più deboli come la L. 162/98 la L. 104/92 per garantire, tra le
tante cose, una “Vita Indipendente”al disabile grave in grado di
autodeterminarsi, la legge 328/200 per “interventi e servizi sociali” la
L. 68/99 che dovrebbe garantire parità di lavoro alle persone con
disabilita e infine la nostra costituzione dove ogni essere umano ha
parità di diritti.
Ebbene, tutte queste leggi in Italia sono interpretate secondo dove si
vive, secondo l’intelligenza di chi le interpreta e secondo le persone
che si vogliono favorire alla fruizione di tali diritti.
Perché questo sfogo? Perché dove ho la sfortuna di vivere, le persone
come me con una disabilità motoria grave, che nonostante tutto hanno
avuto la fortuna di avere un dignitoso lavoro, dopo un aggravamento
della malattia si sentono dire: “arrangiati”.
Tempo fa, secondo le leggi sopra menzionate, ho richiesto al mio comune
di attivare un progetto di “Vita Indipendente” che mi avrebbe permesso,
sempre secondo la legge, un’assistenza mirata e gestita da me; questo
progetto mi è stato negato o meglio rimandato al prossimo anno,
probabilmente, in vista delle elezioni per eleggere il nuovo sindaco
cogliendo l’occasione per una fruttuosa campagna elettorale ….
Allora ho chiesto che mi fosse concesso almeno l’Assegno di Cura come da
delibera regionale dell’8 marzo n. 149/2010 per un sostegno alla mia
famiglia, che mi permette di vivere in casa anziché in un istituto dove
costerei oltre 300 euro al giorno, ma anche questo mi è stato negato.
Infine ho fatto una richiesta, sempre secondo la Legge, di usufruire dei
servizi di trasporto al lavoro dei servizi sociali; negata anche
quest’ultima richiesta, perché il Piano Sociale dell’ambito 22, che
comprende il mio comune, non prevede questo servizio ma prevede solo il
trasporto scolastico e presso i centri di cura riabilitativa.
Ora io mi domando a cosa serve far studiare e curare un disabile se poi
nel momento in cui dovrebbe mettere a frutto la sua intelligenza e le
sue capacità in un lavoro produttivo, smettendo quindi di essere un
“peso” per la società, egli viene abbandonato a se stesso?
Mi piacerebbe incontrare i grandi esperti che hanno redatto il nostro
Piano Sociale, i Piani di Zona, i PLNA, PAI escludendo, tra tutte le
altre cose anche il diritto al lavoro. ( che criteri hanno usato? Che
dati? Che competenze? Che esperienza?).
Qualche mese fa, durante un colloquio con un assessore nel quale
rivendicavo questi diritti, un’assistente sociale mi disse questa frase
“beh! Vede signor Di Domenica lei ha la fortuna di avere un lavoro può
così pagarsi un assistente”; la mia risposta fu rapida e lapidaria:
“vede signora, io non so cosa faccia Lei col suo stipendio, io con il mio
ci devo sopravvivere!!!!” (chissà se anche lei partecipa alla redazione
dei Piani su elencati?).
Vorrei sapere da voi cosa e come si deve fare per combattere contro
pregiudizio, ignoranza, prepotenza e malcostume di chi ci governa?
Naturalmente stanco di tutto questo, ho dato mandato all’avvocato Ida Di
Domenica di Roma per denunciare tutti questi soprusi che ritengo di
subire ingiustamente; adesso si vedrà se i diritti valgono anche per chi
vive a Lanciano.
Nicolino Di Domenica - Responsabile del movimento
"Vita indipendente"
Comunicare è un diritto
di
Severino Mingroni
Mentre
sto facendo questo post, Mina Welby è alla Facoltà di Scienze della
Università de L'Aquila, dove io sono stato usciere presso il
Dipartimento di Matematica;
sta presentando un libro anche suo, e parlando dell'argomento di
esso; poiché lì lavorano alcuni miei amici aquilani, ad una di esse
-sembrerà strano adesso, ma avevo pure qualche amica allora- ho inviato
una email, alle 15,00 esatte, con il seguente breve messaggio allegato,
da far leggere a Mina nell'occasione: buona lettura di esso.
Mi
chiamo Severino Mingroni e sono stato usciere presso il Dipartimento di
Matematica Pura ed Applicata della Università aquilana dal 7 ottobre
1986 fino al 31 gennaio 1991; poi mi sono voluto trasferire alla
Università di Chieti. A L'Aquila vivevo in una casa in affitto con
quattro studenti di Informatica, ma guardavo quasi con disprezzo i
computer: ora non posso farne a meno purtroppo, perchè il 22 ottobre
1995 ho avuto una trombosi alla arteria basilare con conseguente
sindrome di locked-in! Mi è infatti rimasta solo la possibilità di
comunicare per mezzo di un computer. Ecco cosa ho tra l'altro scritto in
un articolo,
su di un giornale web, il 26 ottobre scorso:
"...sono
più di 13 anni che sono a casa, ma non ho visto mai una terapista
occupazionale, anche informatica, né ho mai ricevuto assistenza
informatica ufficiale, nemmeno nei momenti topici! Ovvero, ad esempio:
quando ho problemi col computer, e quando devo passare ad un S O,
acronimo di sistema operativo, successivo di Windows. In questi casi,
devo ricorrere a mio cognato Gianni, o al mio tecnico informatico
privato Marco. E ciò è di una gravità inaudita, perchè io, senza il
computer, esisterei solo per la mia famiglia. E' vero che, nell'agosto
2006, la Regione Abruzzo ha varato una Legge che prevede un rimborso
massimo di 3000 euro per gli acquisti informatici, non previsti dal
Nomenclatore, di noi disabili abruzzesi, ma tale Legge ha un grosso
limite temporale: essa, infatti, prevede che, una volta usufruito del
rimborso massimo di 3000 euro, il disabile debba far passare tre anni
per aver di nuovo diritto ad usufruire di una tale somma. Mi spiego
meglio con un esempio personale: un mese fa, per la terza volta dal
2006, ho chiesto un rimborso con il quale arrivo ai 3000 euro previsti
dalla Legge regionale; potrò chiedere il prossimo rimborso, quindi, solo
a partire dal 1° gennaio 2014."
Quando
ho spiegato tutto ciò a Marco, lui mi ha detto: “Nel tuo caso
soprattutto, una cosa del genere è inammissibile: e se tu avessi bisogno
del rimborso prima del 2014? Io, ad esempio, quanto prima vorrei farti
passare al sistema operativo Mac: vedrai che ti troverai molto meglio,
ti riposerai e mi ringrazierai!”. Io avrei voluto dirgli: caro Marco,
sono stufo di rincorrere sistemi operativi, soprattutto senza l'aiuto di
nessuno dello Stato; ciò vuol dire che troppe volte mi sono già dovuto
preoccupare io stesso della compatibilità della mia tastiera su schermo
con emulatore di mouse con i vari S O; senza parlare dei troppi
programmi che ho dovuto studiare da solo; tu e Gianni avete pure
provveduto a dotare questo computer di una scheda tv notevole, tanto che
da molti anni posso vedermi digitale satellitare, terrestre e
televisione analogica sul desktop; se non c'eravate voi due con mamma,
papà e sorella, la mia vita sarebbe infinitamente infelice, poiché lo
Stato è in sostanza assente per me. Comunque, se i miei ausili
informatici e la mia televisione virtuale fossero compatibili con Linux,
starei sempre col medesimo sistema operativo gratuito, e la Regione
risparmierebbe assai. Eppure, nonostante io debba molto ma molto alla
informatica, e che tuttora non possa fare a meno del pc, dopo 12 anni di
esso, vorrei, caro Marco, non aver più bisogno del computer! Si, vorrei
scomparire dalla faccia della terra quanto prima, perchè la vita non è
la virtualità di Internet, ma ben altro: essa è abbracciare le persone
care, amare una donna, mangiare un bel piatto di spaghetti, bere un po'
di vino, farsi almeno una doccia al giorno e così via. Insomma, vorrei
vivere davvero o scomparire per sempre....”
Vi sto
scrivendo questo post su di un foglio virtuale della applicazione Writer
di Openoffice,
che è un Software GRATUITO, che voi leggete come file doc. Poichè
sono stanco di rincorrere sistemi operativi a
pagamento, vi chiedo: col mio HeadMouse, non potrei stare per sempre con
Linux grazie ad una tastiera su schermo con mouse virtuale, softwares
gratuiti creati appositamente per “disabili filo Linux”?
E se possibile anche un software -gratuito o meno, ma compatibile con
Linux- per controllare la tv, sul desktop o meno?
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Il ritratto non può tuttavia essere esposto o
messo in commercio, quando l'esposizione o messa
in commercio rechi pregiudizio all'onore, alla
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ritratta. |
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Nota (ndr): per quanto
attiene il ritratto di minori, la
pubblicazione nei termini e modi indicati nel
precedente Art. 97, è vietata solo per i minori
coinvolti in vicende giudiziarie (art.13
D.P.R. 22/09/88 n.448 ed art.50 D.L. 30/06/03
n.196, che estende il divieto anche ai casi
di coinvolgimento a qualunque titolo del minore
in procedimenti giudiziari in materie
diverse da quella penale). |
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