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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.

Articoli del 20/11/2010


Inserito da Redazione alle ore 12:51:45  Comune - visite: 12645 
Servizio di vigilanza armata contro furti e vandalismo

L’Amministrazione Comunale, considerato il ripetersi di furti ed atti vandalici sul territorio, nell’intento di offrire un servizio di vigilanza armata per prevenire tali fenomeni, ha aderito, con la deliberazione giuntale n. 125 dell’11.11.2010, al progetto proposto dall’Istituto di Vigilanza Federalpol” volto a garantire un servizio di sicurezza il più possibile rispondente alle esigenze del territorio.
L’efficacia del progetto si concretizza nell’utilizzo di una vettura di ronda con guardia armata, dalle ore 22,00 alle ore 06,00 di ogni giorno, dedicata alla sola zona di Casoli.
In particolare, il progetto prevede l’installazione di centraline di allarme sull’edificio della sede municipale e su quello dell’Istituto Comprensivo “Giulio De Petra”.
L’adesione al progetto è stata ritenuta necessaria ed efficace considerato che la macchina di ronda percorrerà durante le ore notturne le strade della zona di Casoli, assicurando così una prevenzione opportuna e dando sicurezza ai cittadini.

 
Inserito da Redazione alle ore 12:30:56  Ospedale - visite: 3254 
Caramanico formalizza il ricorso al Tar contro Chiodi

Il consigliere regionale del Pd Franco Caramanico ha formalizzato il ricorso al Tar contro il presidente della Regione Gianni Chiodi nella sua qualità di Commissario straordinario alla sanità abruzzese. Oggetto del ricorso, è l'annullamento delle deliberazioni per attuare il Piano di Rientro dai debiti nel settore sanitario.

Secondo Caramanico, Chiodi si sarebbe reso responsabile di eccesso di potere, esautorando il Consiglio regionale dalle competenze che la legge gli assegna in ordine al riordino della Rete ospedaliera regionale. "La competenza in materia di programmazione sanitaria - dice Caramanico - spetta alla Regione, mentre al Commissario attiene la vigilanza sul piano di rientro. Dunque il riordino della rete ospedaliera non poteva essere modificato se non con un atto normativo del Consiglio regionale e non certo con un provvedimento amministrativo da parte del Commissario straordinario, privo di potestà legiferante".

Per l'esponente del Pd, e come si evidenzia nel ricorso inoltre, l'atto di nomina a Commissario consentirebbe a Chiodi solo di attuare il Piano di rientro nei termini in cui è stato concordato e approvato, Piano che "non prevede - afferma - il riordino della Rete ospedaliera nei termini e con le modalità fissati dal Commissario". Per quanto poi riguarda nello specifico l'ospedale di Guardiagrele, Caramanico rileva che "la legge sancisce che la Regione può autorizzare le Asl a modificare o trasformare le unità operative complesse, senza però modificare l'offerta assistenziale, rispettando il numero complessivo delle stesse e la dotazione dei posti letto. Dunque un atto del Commissario non può, nel momento in cui sancisce la disattivazione di interi presidi ospedalieri, modificare la pianificazione di posti letto ospedalieri".

Altra violazione della legge sarebbe stata compiuta, secondo Caramanico, per il fatto che, dismettendo il presidio di Guardiagrele, di fatto viene compromessa la Rete di emergenza-urgenza prevista dalla Legislazione regionale nel Piano che è tuttora vigente. "Infine - conclude Caramanico - nel programma di Chiodi emerge un'errata rappresentazione dei posti letto esistenti che comporta un'assegnazione di maggiori ricoveri alle strutture private rispetto a quelle pubbliche".

 
Inserito da Redazione alle ore 11:17:09  DiversAbili - visite: 5207 
La mia vita indipendente

di Severino Mingroni

Se il disabile grave ha una età compresa tra i 18 e 64 anni, capacità di autodeterminazione e chiara volontà di gestire in modo autonomo la propria esistenza e le proprie scelte, può assumere egli stesso degli assistenti personali, individuati e formati direttamente: è ovvio che, per realizzare tali progetti di Vita Indipendente, occorrono dei fondi pubblici con cui il disabile grave possa assumere regolarmente gli assistenti personali da lui individuati. A partire dal primo dicembre 2010, la mia Comunità Montana, con fondi della Regione Abruzzo per i disabili -abruzzesi, naturalmente!-, finanzia un mio semplice progetto di Vita Indipendente per un anno a 900 euro mensili. Con tale somma mensile, ho potuto assumere una unica assistente per 26 ore settimanali sole, purtroppo. Dico  purtroppo, perchè le mie esigenze assistenziali sono maggiori, e al di più provvedono i miei familiari come sempre.

Tuttavia, a parte questo, sono molto più preoccupato, ansioso, depresso di prima, perchè penso: se non fossi stato un po’ informatico per forza, nonostante la mia infernale vita con la sindrome di lockedin, non avrei potuto dimostrare la mia capacità di autodeterminazione; di conseguenza non avrei potuto usufruire dei fondi per la Vita Indipendente. Cioè devo tutto ad un computer: la mia realtà è un PC! E ciò è sconvolgente, poichè la realtà vera è ben altro che un computer. E comunque, i disabili senza PC, o senza autodeterminazione, o con età maggiore di 64 anni, non sono lo stesso persone che hanno diritto ad una assistenza il più dignitosa possibile? Mi pongo questa domanda e mi viene una paura tremenda che mi sembra di impazzire, perchè penso di nuovo: se non muovessi nemmeno la testa, cosa ne sarebbe di me, visti i miei occhi fissi e visto che sono tetraplegico e muto? E ho ancora più voglia di scomparire subito. E poi, sono 13 anni che sono assistito da una cooperativa e ora devo autogestirmi. Sono molto preoccupato e ansioso per questo, come mia madre. Infatti penso e pensiamo sempre: ce la faremo? E se l’assistente si ammala, e la sostituta è indisponibile? Dovrà provvedere da sola mia sorella Gianna? E se non ce la fa da sola? Troppe domande senza risposta: la testa mi scoppia, la depressione è infinita e la voglia di morire subito è tanta.

In ogni caso, ritengo che la Proposta di Legge di cui anche parlo in un articolo pubblicato da Notizie Radicali il 26 ottobre scorso,  sarebbe la cosa migliore. Riporto di seguito tale articolo nella sua forma originale ipertestuale:  

Il presente scritto, potreste anche ascoltarlo, ma lo sentireste con una voce femminile, e vi spiego perchè: nella primavera scorsa, la mia fisioterapista mi diede un link per ascoltare quello che scrivevo; provai la relativa demo del comunicatore vocale con voce maschile varie volte, e alla fìne mi decisi ad acquistare il prodotto tedesco, soprattutto perchè costava solo 50 euro circa; purtroppo non ho carta di credito, ed ho dovuto far fare un bonifico bancario; due giorni dopo, ricevuta la somma dovuta, la Società germanica mi inviò una email con la fattura in PDF e il link per scaricare il prodotto; nonostante però la demo fosse pure con voce maschile, il prodotto aveva solo due voci femminili; leggemmo bene le condizioni d'acquisto e scoprimmo che per avere la voce maschile, e altre migliorie, bisognava pagare ben 500 euro. Decisi così di tenermi ben stretta la voce femminile, ma mi chiedo e vi chiedo: non dovrebbe essere una terapista occupazionale, anche informatica, a preoccuparsi della mia comunicazione vocale, figura professionale questa che sembra non esistere nelle ASL italiane?

Si, sono più di 13 anni che sono a casa, ma non ho visto mai una terapista occupazionale, anche informatica, né ho mai ricevuto assistenza informatica ufficiale, nemmeno nei momenti topici! Ovvero, ad esempio: quando ho problemi col computer, e quando devo passare ad un S O, acronimo di sistema operativo, successivo di Windows. In questi casi, devo ricorrere a mio cognato Gianni, o al mio tecnico informatico privato Marco. E ciò è di una gravità inaudita, perchè io, senza il computer, esisterei solo per la mia famiglia. E' vero che, nell'agosto 2006, la Regione Abruzzo ha varato una Legge che prevede un rimborso massimo di 3000 euro per gli acquisti informatici, non previsti dal Nomenclatore, di noi disabili abruzzesi, ma tale Legge ha un grosso limite temporale: essa, infatti, prevede che, una volta usufruito del rimborso massimo di 3000 euro, il disabile debba far passare tre anni per aver di nuovo diritto ad usufruire di una tale somma. Mi spiego meglio con un esempio personale: un mese fa, per la terza volta dal 2006, ho chiesto un rimborso con il quale arrivo ai 3000 euro previsti dalla Legge regionale; potrò chiedere il prossimo rimborso, quindi, solo a partire dal primo gennaio 2014.

Quando ho spiegato tutto ciò a Marco, lui mi ha detto: “Nel tuo caso soprattutto, una cosa del genere è inammissibile: e se tu avessi bisogno del rimborso prima del 2014? Io, ad esempio, quanto prima vorrei farti passare al sistema operativo Mac: vedrai che ti troverai molto meglio, ti riposerai e mi ringrazierai!”. Io avrei voluto dirgli: caro Marco, sono stufo di rincorrere sistemi operativi, soprattutto senza l'aiuto di nessuno dello Stato; ciò vuol dire che troppe volte mi sono già dovuto preoccupare io stesso della compatibilità della mia tastiera su schermo con emulatore di mouse con i vari S O; senza parlare dei troppi programmi che ho dovuto studiare da solo; tu e Gianni avete pure provveduto a dotare questo computer di una scheda tv notevole, tanto che da molti anni posso vedermi digitale satellitare, terrestre e televisione analogica sul desktop; se non c'eravate voi due con mamma, papà e sorella, la mia vita sarebbe infinitamente infelice, poiché lo Stato è in sostanza assente per me. Comunque, se i miei ausili informatici e la mia televisione virtuale fossero compatibili con Linux, starei sempre col medesimo sistema operativo gratuito, e la Regione risparmierebbe assai. Eppure, nonostante io debba molto ma molto alla informatica, e che tuttora non possa fare a meno del pc, dopo 12 anni di esso, vorrei, caro Marco, non aver più bisogno del computer! Si, vorrei scomparire dalla faccia della terra quanto prima, perchè la vita non è la virtualità di Internet, ma ben altro: essa è abbracciare le persone care, amare una donna, mangiare un bel piatto di spaghetti, bere un po' di vino, farsi almeno una doccia al giorno e così via. Insomma, vorrei vivere davvero o scomparire per sempre.

Nel nostro Paese, poi, non è solo l'assistenza informatica per noi disabili ad essere inesistente o molto carente, ma anche la nostra assistenza domiciliare. Parliamo di quella dello scrivente, ad esempio: la mia ASL mi fornisce pannoloni, traverse di plastica, sacche per la pipì, urocondom, dei farmaci, la costosa sedia elettronica e, da due anni, degli integratori alimentari, poiché stavo dimagrendo troppo; tuttavia, alcuni medicinali e altro per me, sono a carico mio e di mia madre. Inoltre vedo di rado medici a casa, pure quando vengono richiesti dai miei familiari. Faccio un esempio recente: su una segnalazione di essi, il mio medico ha richiesto un elettrocardiogramma per me; ma, tale esame, i Sanitari della ASL, dicono che possono farmelo solo nel locale ambulatorio, a cui mi porterebbero con l'ambulanza. Tutti sanno che io non esco quasi mai e che è una impresa trasportarmi: non sarebbe quindi più facile e meno costoso farmi l'elettrocardiogramma a casa? Comunque, in ambulatorio non andrò mai, e a casa non è venuto nessuno, ufficialmente però!

Poi, fino ad ora, ho solo 13 ore settimanali di assistenza comunale tramite una cooperativa sociale del luogo; tuttavia, da questo anno, la Regione Abruzzo finanzia dei progetti di Vita Indipendente per un importo massimo di 900 euro mensili; nella mia Comunità Montana, hanno pensato di valutare i progetti eventuali di tre disabili, ed io sono uno dei tre; infatti, sono si un disabile gravissimo con la sindrome di locked-in, ma sono ancora in grado di autodeterminarmi, soprattutto grazie alla informatica; però, con 900 euro mensili, posso pagare, con tutti i contributi, una unica assistente personale per 26 ore settimanali, che sono ancora poche. Per rendersi conto di ciò, basta leggere LA MIA GIORNATA TIPO in pdf: ma, al di là della assai maggiore assistenza che la mia vita infernale richiederebbe, essa mi è ormai insopportabile, e spero che termini molto presto con la scomparsa dello scrivente. Ciò nonostante, alcuni miei amici abruzzesi, hanno insistito perchè io presentassi un progetto, come ho da poco fatto, e questo per due motivi: 26 ore sono il doppio di 13, ma, soprattutto, è la prima volta che la nostra Regione va in una direzione più giusta per i disabili. Quindi, sempre secondo i miei amici, non potrà che andare meglio in futuro: comunque, io spero che futuro non ci sia per me, poiché  ribadisco che la mia vita infernale mi è ormai insopportabile.

Tuttavia, secondo me, la Vita Indipendente ha due limiti: considera solo i disabili tra i 18 e i 64 anni, e coloro che possono autodeterminarsi. E quelli che non hanno tali caratteristiche? Ecco perchè sono molto favorevole alla MOZIONE PARTICOLARE SULLA DISABILITA' E ASSISTENZA del Congresso del 2009 della Associazione Luca Coscioni, che, al primo punto, individua quale una delle azioni prioritarie: “l’elaborazione di una proposta di legge, dopo una attenta analisi quantitativa e qualitativa del fabbisogno della platea delle popolazione disabile in Italia, volta ad assicurare, attraverso forme assicurative pubbliche e private, un sostegno di lunga durata (long term care, LTC) alla persona disabile sul modello di quanto avviene in Germania e Francia.”. Per capire bene tale punto della Mozione, è bene lèggere il Comunicato Stampa e la Relazione Zuliani della Commissione Disabilità di quel Congresso, nella sua riunione del 9 ottobre 2009. Si, per quanto da me ritenuto in questo paragrafo, considero particolarmente interessante tutta la relazione del professore Alberto Zuliani. Ne riporto comunque uno dei suoi punti importanti:

Dovrebbe essere costituito uno specifico fondo per garantire l’assistenza alle persone disabili non coperte da assicurazione. Il fondo potrebbe essere costituito ed alimentato da una sorta di “imposta di scopo” consistente, ad esempio, nel corrispettivo di alcune ore di lavoro (comprensivo degli oneri sociali), ogni anno da parte degli occupati. La rinuncia ad una festività potrebbe rappresentare una soluzione per i lavoratori dipendenti. Un contributo di questo tipo, con una destinazione che si può presumere possa essere largamente condivisa, potrebbe risultare accettabile.”. Mi auguro, quindi, che la suddetta Proposta di Legge venga presentata quanto prima, ma che tenga pure conto degli anni di disabilità, dei disabili viventi ovviamente, precedenti la futura Legge. Di conseguenza, spero che l'ordinamento giuridico italiano abbia presto una Legge del genere

Severino Mingroni

 
Inserito da Redazione alle ore 09:20:10  DiversAbili - visite: 4762 
Comunità Montana, un passo avanti nelle politiche sociali

È una modalità di servizio, nuova ed innovativa, afferma il Presidente della Comunità Montana Antonio Innaurato, avviata in diversi paesi Europei ed in alcune Regioni italiane, si differenzia notevolmente dalle forme assistenziali, è un beneficio economico, finalizzato appunto alla Vita Indipendente, assegnato alla persona con disabilità grave che ha la possibilità di autogestirsi, di decidere personalmente chi si deve prendere cura di esso.” Questa modalità di assistenza è definita in forma indiretta perché non è più l'ambito sociale a prendersi carico di assistere la persona disabile delegando, spesso o quasi sempre, questo servizio ad altri ma si da la possibilità al richiedente di gestire la sua vita in prima persona, assicurando la libertà di autogestione nel servizio di assistenza. Il provvedimento si rivolge a coloro che hanno forme di disabilità grave e permanente, di età compresa tra i 18 e i 64 anni che hanno la capacità di autodeterminarsi. Il portatore di handicap diventa parte integrante dell’unità di valutazione, ed è datore di lavoro del proprio assistente, tanto da poter esaminare anche la qualità dell’aiuto offerto.
L’assistente personale sarà formato dall’utente secondo le proprie e specifiche necessità. La prima richiesta al nostro Ambito è arrivata da un disabile residente al Comune di Casoli, ha presentato il suo progetto individuale, con un monte ore, gli obiettivi e le finalità ed è stato valutato dall’Unità di Valutazione Multidimensionale competente per territorio.
Il Sindaco di Casoli, Sergio De Luca, afferma: “Un ringraziamento particolare va da parte mia e di tutta l’Amministrazione al personale della Cooperativa che per anni si è occupato del nostro Severino, dimostrando professionalità e senso di responsabilità ma questo progetto è un passo avanti perché guarda al futuro e, soprattutto, al rispetto dei diritti del richiedente. Le persone con disabilità sono, e devono essere considerate, le sole esperte della propria vita e non hanno bisogno di progetti confezionati su di loro, sanno riconoscere i loro problemi e le loro soluzioni”.
Il progetto di Vita Indipendente è stato inserito dalla Conferenza dei Sindaci dell’Ambito Aventino all’interno della programmazione del Piano Locale della non Autosufficienza.

 
Inserito da Redazione alle ore 07:46:28  DiversAbili - visite: 4917 
Nicolino Di Domenica scrive a all'On. Fini

Nicolino Di Domenica

«Vi inoltro una lettera che ho provveduto a far avere all'On. Fini - dice in un comunicato stampa Nicolino Di Domenica  Responsabile del movimento "Vita indipendente" - tramite il sito della Camera dei Deputati. Questo a seguito di un comunicato della FISH Onlus, che mi ha sinceramente all'armato per quello che potrà accadere ai disabili gravi non solo Abruzzesi ma di tutta l'Italia se la proposta di Legge C 3778 sarà approvata.»

«Preg.mo On. Fini,

Le scrivo questa lettera non perché sia schierato politicamente dalla sua parte né tantomeno dall’altra, le scrivo da semplice cittadino che ha avuto il bisogno di comunicarle quanto segue:
sono un disabile grave a causa della poliomielite avuta all’età di sette anni, adesso ne ho 57.

La mia vita è stata tutta in salita ma nonostante tutto ho un buon lavoro come dipendente della mia regione, una famiglia che si prende cura di me, che mi permette di vivere una vita alquanto “normale”; senza la famiglia di mia sorella, dovrei vivere o meglio sopravvivere in un un istituto, al quale, lo stato, per il mio mantenimento, dovrebbe pagare circa 300 euro al giorno senza contare che non potrei lavorare e quindi sarei una persona totalmente a carico dello stato.

Oltre al lavoro mi occupo di far progredire nella mia regione una modalità di assistenza in forma indiretta tramite i progetti di Vita Indipendente (come citati nella L.162/98 art.1 ter) rivolta a disabili gravi in grado di autodeterminarsi.

Cerco di portare la nostra regione a quei livelli di civilizzazione che hanno raggiunto ormai molte regioni Italiane ultima di queste la Regione Molise che ha appena approvato una legge specifica sulla Vita Indipendente.

Lei si chiederà ma perché scrivi proprio a me? Le scrivo perché ho sempre visto in Lei, una brava persona mi piace ascoltarla quando parla perché ha un gran rispetto per la patria, la famiglia, i giovani e delle persone con problemi come i miei.

L’ho ascoltata ultimamente nel suo intervento nel programma “Vieni via con me” di Fazio e Saviano, ha parlato a lungo di questi valori appena citati, devo confessare però che anche i valori citati dall’On. Bersani mi sono piaciuti.

Durante questi ultimi anni di governo mi sono sempre chiesto come poteva condividere Le sue idee con Bossi e Berlusconi, infatti questa convivenza, credo forzata, si è finalmente frantumata, non poteva che essere così.
Dopo questa breve premessa sono subito al perché di questa lettera. Come responsabile del Movimento Vita Indipendente Abruzzo e membro del Consiglio Direttivo AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) sede di Lanciano Onlus sono continuamente informato di tutto ciò che fa il governo in materia di disabilità e nello specifico di assistenza alle persone con grave disabilità in grado di autodeterminarsi.

Ultimamente il governo con la proposta di Legge C 3778 che sarà sottoposta nei prossimi giorni alle votazioni dell’Assemblea, potrebbe spazzare via in un sol colpo quanto si è tentato di costruire in questi anni per garantire in qualche modo un po’ d’inclusione sociale per le persone con disabilità di questo Paese.

Con questo provvedimento che vi appresterete a votare, il Fondo Nazionale per le non autosufficienze, istituito nel 2006 allo scopo di sviluppare prestazioni mirate alla “attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali” sarà definitivamente azzerato; a seguito di questo provvedimento potremo dire addio ai progetti di Vita Indipendente e quindi ad un’assistenza mirata e gestita direttamente da chi, se pur gravemente disabile, è in grado di gestirsi da solo, eliminando così il costo di gestione del servizio da parte di chi dovrà prendersi carico della persona con disabilità.
Oltre a ciò, sempre grazie a questo provvedimento, ci sarà anche una forte riduzione del fondo per le politiche sociali. Tutti questi tagli incomprensibili rappresentano una chiusura ai nostri sforzi di cercare di portare fuori dagli istituti tutte quelle persone, che essendo in grado di autodeterminarsi, con un progetto mirato e personalizzato di Vita Indipendente potrebbero vivere nel loro ambiente, decidere del loro futuro e di trascorrere le proprie giornate come se non avessero nessuna disabilità, abbattendo i costi pubblici per la loro sopravvivenza.

Pertanto Preg.mo On. Fini con questa manovra che oserei chiamare “barbarica” alle persone con grave disabilità che non hanno nessun appoggio familiare e nessun reddito che gli consenta di pagarsi un’assistenza adeguata, resterà un unico sbocco: la “reclusione forzata dell’istitualizzazione” al diavolo così le belle parole dell’inclusione sociale, della globalizzazione ecc ecc. che tanto decantate nei vostri discorsi pubblici; la conseguenza, peraltro paradossale, sarà che gli enti pubblici spenderanno molto di più rispetto alle cifre tagliate e gli unici a guadagnarci saranno gli istituti (quasi tutti religiosi).

Noi disabili, purtroppo, per alcune persone siamo come merce pregiata, sulle nostre disgrazie ci sono persone che si arricchiscono, più disabilità abbiamo più costiamo e quindi più qualcuno ci guadagna. Preg.mo On. Fini mi resta solo una speranza che il suo bel discorso fatto da Fazio possa far si che questo provvedimento non sia approvato perché se lo sarà oltre ad avere una grande delusione sarà una grande sconfitta per la nostra società che si era avviata a diventare una nazione civilizzata come le altre nazioni Occidentali Europee. Con la speranza che questa mia lettera Le sia recapitata e che mi dia la conferma che a questo provvedimento si opporrà decisivamente in modo che non venga approvato, La saluto ancora con molta stima.»

Nicolino Di Domenica - Responsabile del movimento "Vita indipendente"

 

Immagini del 20/11/2010


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