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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.
Servizio di vigilanza armata contro furti e vandalismo
L’Amministrazione Comunale, considerato il ripetersi
di furti ed atti vandalici sul territorio, nell’intento di
offrire un servizio di vigilanza armata per prevenire tali
fenomeni, ha aderito, con la deliberazione giuntale n. 125
dell’11.11.2010, al progetto proposto dall’Istituto di Vigilanza
“Federalpol”
volto a garantire un servizio di sicurezza il più possibile rispondente
alle esigenze del territorio.
L’efficacia del progetto si concretizza nell’utilizzo di una vettura
di ronda con guardia armata, dalle ore 22,00 alle ore 06,00
di ogni giorno, dedicata alla sola zona di Casoli.
In particolare, il progetto prevede l’installazione di centraline di
allarme sull’edificio della sede municipale e su quello dell’Istituto
Comprensivo “Giulio De Petra”.
L’adesione al progetto è stata ritenuta necessaria ed efficace
considerato che la macchina di ronda percorrerà durante le ore
notturne le strade della zona di Casoli, assicurando così una
prevenzione opportuna e dando sicurezza ai cittadini.
Caramanico formalizza il ricorso al Tar contro Chiodi
Il consigliere regionale del Pd Franco Caramanico ha
formalizzato il ricorso al Tar contro il presidente della Regione Gianni
Chiodi nella sua qualità di Commissario straordinario alla sanità
abruzzese. Oggetto del ricorso, è l'annullamento delle deliberazioni per
attuare il Piano di Rientro dai debiti nel settore sanitario.
Secondo Caramanico, Chiodi si sarebbe reso responsabile di eccesso di
potere, esautorando il Consiglio regionale dalle competenze che la legge
gli assegna in ordine al riordino della Rete ospedaliera regionale. "La
competenza in materia di programmazione sanitaria - dice Caramanico
- spetta alla Regione, mentre al Commissario attiene la vigilanza sul
piano di rientro. Dunque il riordino della rete ospedaliera non poteva
essere modificato se non con un atto normativo del Consiglio regionale e
non certo con un provvedimento amministrativo da parte del Commissario
straordinario, privo di potestà legiferante".
Per l'esponente del Pd, e come si evidenzia nel ricorso inoltre, l'atto
di nomina a Commissario consentirebbe a Chiodi solo di attuare il Piano
di rientro nei termini in cui è stato concordato e approvato, Piano che
"non prevede - afferma - il riordino della Rete ospedaliera
nei termini e con le modalità fissati dal Commissario". Per quanto poi
riguarda nello specifico l'ospedale di Guardiagrele, Caramanico rileva
che "la legge sancisce che la Regione può autorizzare le Asl a
modificare o trasformare le unità operative complesse, senza però
modificare l'offerta assistenziale, rispettando il numero complessivo
delle stesse e la dotazione dei posti letto. Dunque un atto del
Commissario non può, nel momento in cui sancisce la disattivazione di
interi presidi ospedalieri, modificare la pianificazione di posti letto
ospedalieri".
Altra violazione della legge sarebbe stata compiuta, secondo Caramanico,
per il fatto che, dismettendo il presidio di Guardiagrele, di fatto
viene compromessa la Rete di emergenza-urgenza prevista dalla
Legislazione regionale nel Piano che è tuttora vigente. "Infine -
conclude Caramanico - nel programma di Chiodi emerge un'errata
rappresentazione dei posti letto esistenti che comporta un'assegnazione
di maggiori ricoveri alle strutture private rispetto a quelle pubbliche".
La mia vita indipendente
di
Severino Mingroni
Se il disabile grave ha una età
compresa tra i 18 e 64 anni, capacità di autodeterminazione e chiara
volontà di gestire in modo autonomo la propria esistenza e le proprie
scelte, può assumere egli stesso degli assistenti personali, individuati
e formati direttamente: è
ovvio che, per realizzare tali progetti di Vita Indipendente, occorrono
dei fondi pubblici con cui il disabile grave possa assumere regolarmente
gli assistenti personali da lui individuati. A partire
dal primo dicembre 2010, la
mia Comunità Montana,
con fondi della Regione Abruzzo per i disabili -abruzzesi,
naturalmente!-, finanzia un mio semplice progetto di
Vita Indipendente per un anno a 900 euro mensili.
Con tale somma mensile, ho potuto assumere una unica
assistente per 26 ore settimanali sole, purtroppo.
Dico purtroppo, perchè le mie esigenze assistenziali sono maggiori, e
al di più provvedono i miei familiari come sempre.
Tuttavia, a parte questo, sono
molto più preoccupato, ansioso, depresso di prima, perchè penso: se non
fossi stato un po’ informatico per forza, nonostante la mia infernale
vita con la sindrome di lockedin, non avrei potuto dimostrare la mia
capacità di autodeterminazione; di conseguenza non avrei potuto
usufruire dei fondi per la Vita Indipendente.
Cioè devo tutto ad un computer: la mia realtà è un PC! E ciò è
sconvolgente, poichè la realtà vera è ben altro che un computer.
E comunque, i disabili senza PC, o senza
autodeterminazione, o con età maggiore di 64 anni, non sono lo stesso
persone che hanno diritto ad una assistenza il più dignitosa possibile?
Mi pongo questa domanda e mi viene una paura tremenda che mi sembra di
impazzire, perchè penso di nuovo: se non muovessi
nemmeno la testa, cosa ne sarebbe di me, visti i miei occhi fissi e
visto che sono tetraplegico e muto?
E ho ancora più voglia di scomparire subito. E poi, sono 13 anni che
sono assistito da una cooperativa e ora devo autogestirmi. Sono molto
preoccupato e ansioso per questo, come mia madre.
Infatti penso e pensiamo sempre: ce la faremo?
E se l’assistente si ammala, e la sostituta è
indisponibile? Dovrà provvedere da sola mia sorella Gianna? E se non ce
la fa da sola? Troppe domande senza risposta: la testa mi scoppia, la
depressione è infinita e la voglia di morire subito è tanta.
In ogni
caso, ritengo che la Proposta di Legge di cui anche parlo in un articolo
pubblicato da
Notizie Radicali il 26 ottobre scorso, sarebbe la cosa migliore.
Riporto di seguito tale articolo nella sua forma originale ipertestuale:
Il
presente scritto, potreste anche ascoltarlo, ma lo sentireste con una
voce femminile, e vi spiego perchè: nella primavera scorsa, la mia
fisioterapista mi diede
un link per ascoltare quello che scrivevo; provai la relativa demo
del comunicatore vocale con voce maschile varie volte, e alla fìne mi
decisi ad acquistare il prodotto tedesco, soprattutto perchè costava
solo 50 euro circa; purtroppo non ho carta di credito, ed ho dovuto far
fare un bonifico bancario; due giorni dopo, ricevuta la somma dovuta, la
Società germanica mi inviò una email con la fattura in PDF e il link per
scaricare il prodotto; nonostante però la demo fosse pure con voce
maschile, il prodotto aveva solo due voci femminili; leggemmo bene le
condizioni d'acquisto e scoprimmo che per avere la voce maschile, e
altre migliorie, bisognava pagare ben 500 euro. Decisi così di tenermi
ben stretta la voce femminile, ma mi chiedo e vi chiedo: non dovrebbe
essere una terapista occupazionale, anche informatica, a preoccuparsi
della mia comunicazione vocale,
figura professionale questa che sembra non esistere nelle ASL italiane?
Si, sono
più di 13 anni che sono a casa, ma non ho visto mai una terapista
occupazionale, anche informatica, né ho mai ricevuto assistenza
informatica ufficiale, nemmeno nei momenti topici! Ovvero, ad esempio:
quando ho problemi col computer, e quando devo passare ad un S O,
acronimo di sistema operativo, successivo di Windows. In questi casi,
devo ricorrere a mio cognato Gianni, o al mio tecnico informatico
privato Marco. E ciò è di una gravità inaudita, perchè io, senza il
computer, esisterei solo per la mia famiglia. E' vero che, nell'agosto
2006, la Regione Abruzzo ha varato una Legge che prevede un rimborso
massimo di 3000 euro per gli acquisti informatici, non previsti dal
Nomenclatore, di noi disabili abruzzesi, ma tale Legge ha un grosso
limite temporale: essa, infatti, prevede che, una volta usufruito del
rimborso massimo di 3000 euro, il disabile debba far passare tre anni
per aver di nuovo diritto ad usufruire di una tale somma. Mi spiego
meglio con un esempio personale: un mese fa, per la terza volta dal
2006, ho chiesto un rimborso con il quale arrivo ai 3000 euro previsti
dalla Legge regionale; potrò chiedere il prossimo rimborso, quindi, solo
a partire dal primo gennaio 2014.
Quando
ho spiegato tutto ciò a Marco, lui mi ha detto: “Nel tuo caso
soprattutto, una cosa del genere è inammissibile: e se tu avessi bisogno
del rimborso prima del 2014? Io, ad esempio, quanto prima vorrei farti
passare al sistema operativo Mac: vedrai che ti troverai molto meglio,
ti riposerai e mi ringrazierai!”. Io avrei voluto dirgli: caro Marco,
sono stufo di rincorrere sistemi operativi, soprattutto senza l'aiuto di
nessuno dello Stato; ciò vuol dire che troppe volte mi sono già dovuto
preoccupare io stesso della compatibilità della mia tastiera su schermo
con emulatore di mouse con i vari S O; senza parlare dei troppi
programmi che ho dovuto studiare da solo; tu e Gianni avete pure
provveduto a dotare questo computer di una scheda tv notevole, tanto che
da molti anni posso vedermi digitale satellitare, terrestre e
televisione analogica sul desktop; se non c'eravate voi due con mamma,
papà e sorella, la mia vita sarebbe infinitamente infelice, poiché lo
Stato è in sostanza assente per me. Comunque, se i miei ausili
informatici e la mia televisione virtuale fossero compatibili con Linux,
starei sempre col medesimo sistema operativo gratuito, e la Regione
risparmierebbe assai. Eppure, nonostante io debba molto ma molto alla
informatica, e che tuttora non possa fare a meno del pc, dopo 12 anni di
esso, vorrei, caro Marco, non aver più bisogno del computer! Si, vorrei
scomparire dalla faccia della terra quanto prima, perchè la vita non è
la virtualità di Internet, ma ben altro: essa è abbracciare le persone
care, amare una donna, mangiare un bel piatto di spaghetti, bere un po'
di vino, farsi almeno una doccia al giorno e così via. Insomma, vorrei
vivere davvero o scomparire per sempre.
Nel
nostro Paese, poi, non è solo l'assistenza informatica per noi disabili
ad essere inesistente o molto carente, ma anche la nostra assistenza
domiciliare. Parliamo di quella dello scrivente, ad esempio: la mia ASL
mi fornisce pannoloni, traverse di plastica, sacche per la pipì,
urocondom, dei farmaci, la costosa sedia elettronica e, da due anni,
degli integratori alimentari, poiché stavo dimagrendo troppo; tuttavia,
alcuni medicinali e altro per me, sono a carico mio e di mia madre.
Inoltre vedo di rado medici a casa, pure quando vengono richiesti dai
miei familiari. Faccio un esempio recente: su una segnalazione di essi,
il mio medico ha richiesto un elettrocardiogramma per me; ma, tale
esame, i Sanitari della ASL, dicono che possono farmelo solo nel locale
ambulatorio, a cui mi porterebbero con l'ambulanza. Tutti sanno che io
non esco quasi mai e che è una impresa trasportarmi: non sarebbe quindi
più facile e meno costoso farmi l'elettrocardiogramma a casa? Comunque,
in ambulatorio non andrò mai, e a casa non è venuto nessuno,
ufficialmente però!
Poi,
fino ad ora, ho solo 13 ore settimanali di assistenza comunale tramite
una cooperativa sociale del luogo; tuttavia, da questo anno, la Regione
Abruzzo finanzia dei progetti di Vita Indipendente per un importo
massimo di 900 euro mensili; nella mia Comunità Montana, hanno pensato
di valutare i progetti eventuali di tre disabili, ed io sono uno dei
tre; infatti, sono si un disabile gravissimo con la sindrome di
locked-in, ma sono ancora in grado di autodeterminarmi, soprattutto
grazie alla informatica; però, con 900 euro mensili, posso pagare, con
tutti i contributi, una unica assistente personale per 26 ore
settimanali, che sono ancora poche. Per rendersi conto di ciò, basta
leggere LA MIA GIORNATA TIPO in
pdf: ma, al di là della assai maggiore assistenza che la mia vita
infernale richiederebbe, essa mi è ormai insopportabile, e spero che
termini molto presto con la scomparsa dello scrivente. Ciò nonostante,
alcuni miei amici abruzzesi, hanno insistito perchè io presentassi un
progetto, come ho da poco fatto, e questo per due motivi: 26 ore sono il
doppio di 13, ma, soprattutto, è la prima volta che la nostra Regione va
in una direzione più giusta per i disabili. Quindi, sempre secondo i
miei amici, non potrà che andare meglio in futuro: comunque, io spero
che futuro non ci sia per me, poiché ribadisco che la mia vita
infernale mi è ormai insopportabile.
Tuttavia, secondo me, la Vita Indipendente ha due limiti: considera solo
i disabili tra i 18 e i 64 anni, e coloro che possono autodeterminarsi.
E quelli che non hanno tali caratteristiche? Ecco perchè sono molto
favorevole alla
MOZIONE PARTICOLARE SULLA DISABILITA' E ASSISTENZA del Congresso del
2009 della Associazione Luca Coscioni, che, al primo punto, individua
quale una delle azioni prioritarie: “l’elaborazione di una proposta di
legge, dopo una attenta analisi quantitativa e qualitativa del
fabbisogno della platea delle popolazione disabile in Italia, volta ad
assicurare, attraverso forme assicurative pubbliche e private, un
sostegno di lunga durata (long term care, LTC) alla persona disabile sul
modello di quanto avviene in Germania e Francia.”. Per capire bene tale
punto della Mozione, è bene lèggere il Comunicato Stampa e la Relazione
Zuliani della
Commissione Disabilità di quel Congresso, nella sua riunione del 9
ottobre 2009. Si, per quanto da me ritenuto in questo paragrafo,
considero particolarmente interessante tutta la relazione del professore
Alberto Zuliani. Ne riporto comunque uno dei suoi punti importanti:
“Dovrebbe
essere costituito uno specifico fondo per garantire l’assistenza alle
persone disabili non coperte da assicurazione. Il fondo potrebbe essere
costituito ed alimentato da una sorta di “imposta di scopo” consistente,
ad esempio, nel corrispettivo di alcune ore di lavoro (comprensivo degli
oneri sociali), ogni anno da parte degli occupati. La rinuncia ad una
festività potrebbe rappresentare una soluzione per i lavoratori
dipendenti. Un contributo di questo tipo, con una destinazione che si
può presumere possa essere largamente condivisa, potrebbe risultare
accettabile.”. Mi auguro, quindi, che la suddetta Proposta di Legge
venga presentata quanto prima, ma che tenga pure conto degli anni di
disabilità, dei disabili viventi ovviamente, precedenti la futura Legge.
Di conseguenza, spero che l'ordinamento giuridico italiano abbia presto
una Legge del genere
Severino Mingroni
Comunità Montana, un passo avanti nelle politiche sociali
“È una modalità di
servizio, nuova ed innovativa, afferma il Presidente della Comunità Montana
Antonio Innaurato, avviata in diversi paesi Europei ed in alcune Regioni
italiane, si differenzia notevolmente dalle forme assistenziali, è un beneficio
economico, finalizzato appunto alla Vita Indipendente, assegnato alla persona
con disabilità grave che ha la possibilità di autogestirsi, di decidere
personalmente chi si deve prendere cura di esso.” Questa modalità di
assistenza è definita in forma indiretta perché non è più l'ambito sociale a
prendersi carico di assistere la persona disabile delegando, spesso o quasi
sempre, questo servizio ad altri ma si da la possibilità al richiedente di
gestire la sua vita in prima persona, assicurando la libertà di autogestione nel
servizio di assistenza. Il provvedimento si rivolge a coloro che hanno forme
di disabilità grave e permanente, di età compresa tra i 18 e i 64 anni che hanno
la capacità di autodeterminarsi. Il portatore di handicap diventa parte
integrante dell’unità di valutazione, ed è datore di lavoro del proprio
assistente, tanto da poter esaminare anche la qualità dell’aiuto offerto.
L’assistente personale sarà formato dall’utente secondo le proprie e specifiche
necessità. La prima richiesta al nostro Ambito è arrivata da un disabile
residente al Comune di Casoli, ha presentato il suo progetto individuale,
con un monte ore, gli obiettivi e le finalità ed è stato valutato dall’Unità di
Valutazione Multidimensionale competente per territorio.
Il Sindaco di Casoli, Sergio De Luca, afferma: “Un ringraziamento
particolare va da parte mia e di tutta l’Amministrazione al personale della
Cooperativa che per anni si è occupato del nostro Severino, dimostrando
professionalità e senso di responsabilità ma questo progetto è un passo avanti
perché guarda al futuro e, soprattutto, al rispetto dei diritti del richiedente.
Le persone con disabilità sono, e devono essere considerate, le sole esperte
della propria vita e non hanno bisogno di progetti confezionati su di loro,
sanno riconoscere i loro problemi e le loro soluzioni”.
Il progetto di Vita Indipendente è stato inserito dalla Conferenza dei Sindaci
dell’Ambito Aventino all’interno della programmazione del Piano Locale della non
Autosufficienza.
Nicolino Di Domenica scrive a all'On. Fini
Nicolino Di Domenica
«Vi inoltro una lettera che ho provveduto a far
avere all'On. Fini - dice in un comunicato stampa Nicolino Di
Domenica Responsabile del movimento "Vita indipendente" -
tramite il sito della Camera dei Deputati. Questo a seguito di un
comunicato della FISH Onlus, che mi ha sinceramente all'armato per
quello che potrà accadere ai disabili gravi non solo Abruzzesi ma di
tutta l'Italia se la proposta di Legge C 3778 sarà approvata.»
«Preg.mo On. Fini,
Le scrivo questa lettera non perché sia schierato politicamente dalla
sua parte né tantomeno dall’altra, le scrivo da semplice cittadino che
ha avuto il bisogno di comunicarle quanto segue:
sono un disabile grave a causa della poliomielite avuta all’età di sette
anni, adesso ne ho 57.
La mia vita è stata tutta in salita ma nonostante tutto ho un buon
lavoro come dipendente della mia regione, una famiglia che si prende
cura di me, che mi permette di vivere una vita alquanto “normale”; senza
la famiglia di mia sorella, dovrei vivere o meglio sopravvivere in un un
istituto, al quale, lo stato, per il mio mantenimento, dovrebbe pagare
circa 300 euro al giorno senza contare che non potrei lavorare e quindi
sarei una persona totalmente a carico dello stato.
Oltre al lavoro mi occupo di far progredire nella mia regione una
modalità di assistenza in forma indiretta tramite i progetti di Vita
Indipendente (come citati nella L.162/98 art.1 ter) rivolta a disabili
gravi in grado di autodeterminarsi.
Cerco di portare la nostra regione a quei livelli di civilizzazione che
hanno raggiunto ormai molte regioni Italiane ultima di queste la Regione
Molise che ha appena approvato una legge specifica sulla Vita
Indipendente.
Lei si chiederà ma perché scrivi proprio a me? Le scrivo perché ho
sempre visto in Lei, una brava persona mi piace ascoltarla quando parla
perché ha un gran rispetto per la patria, la famiglia, i giovani e delle
persone con problemi come i miei.
L’ho ascoltata ultimamente nel suo intervento nel programma “Vieni via
con me” di Fazio e Saviano, ha parlato a lungo di questi valori appena
citati, devo confessare però che anche i valori citati dall’On. Bersani
mi sono piaciuti.
Durante questi ultimi anni di governo mi sono sempre chiesto come poteva
condividere Le sue idee con Bossi e Berlusconi, infatti questa
convivenza, credo forzata, si è finalmente frantumata, non poteva che
essere così.
Dopo questa breve premessa sono subito al perché di questa lettera. Come
responsabile del Movimento Vita Indipendente Abruzzo e membro del
Consiglio Direttivo AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici)
sede di Lanciano Onlus sono continuamente informato di tutto ciò che fa
il governo in materia di disabilità e nello specifico di assistenza alle
persone con grave disabilità in grado di autodeterminarsi.
Ultimamente il governo con la proposta di Legge C 3778 che sarà
sottoposta nei prossimi giorni alle votazioni dell’Assemblea, potrebbe
spazzare via in un sol colpo quanto si è tentato di costruire in questi
anni per garantire in qualche modo un po’ d’inclusione sociale per le
persone con disabilità di questo Paese.
Con questo provvedimento che vi appresterete a votare, il Fondo
Nazionale per le non autosufficienze, istituito nel 2006 allo scopo di
sviluppare prestazioni mirate alla “attuazione dei livelli essenziali
delle prestazioni assistenziali” sarà definitivamente azzerato; a
seguito di questo provvedimento potremo dire addio ai progetti di Vita
Indipendente e quindi ad un’assistenza mirata e gestita direttamente da
chi, se pur gravemente disabile, è in grado di gestirsi da solo,
eliminando così il costo di gestione del servizio da parte di chi dovrà
prendersi carico della persona con disabilità.
Oltre a ciò, sempre grazie a questo provvedimento, ci sarà anche una
forte riduzione del fondo per le politiche sociali. Tutti questi tagli
incomprensibili rappresentano una chiusura ai nostri sforzi di cercare
di portare fuori dagli istituti tutte quelle persone, che essendo in
grado di autodeterminarsi, con un progetto mirato e personalizzato di
Vita Indipendente potrebbero vivere nel loro ambiente, decidere del loro
futuro e di trascorrere le proprie giornate come se non avessero nessuna
disabilità, abbattendo i costi pubblici per la loro sopravvivenza.
Pertanto Preg.mo On. Fini con questa manovra che oserei chiamare
“barbarica” alle persone con grave disabilità che non hanno nessun
appoggio familiare e nessun reddito che gli consenta di pagarsi
un’assistenza adeguata, resterà un unico sbocco: la “reclusione forzata
dell’istitualizzazione” al diavolo così le belle parole dell’inclusione
sociale, della globalizzazione ecc ecc. che tanto decantate nei vostri
discorsi pubblici; la conseguenza, peraltro paradossale, sarà che gli
enti pubblici spenderanno molto di più rispetto alle cifre tagliate e
gli unici a guadagnarci saranno gli istituti (quasi tutti religiosi).
Noi disabili, purtroppo, per alcune persone siamo come merce pregiata,
sulle nostre disgrazie ci sono persone che si arricchiscono, più
disabilità abbiamo più costiamo e quindi più qualcuno ci guadagna.
Preg.mo On. Fini mi resta solo una speranza che il suo bel discorso
fatto da Fazio possa far si che questo provvedimento non sia approvato
perché se lo sarà oltre ad avere una grande delusione sarà una grande
sconfitta per la nostra società che si era avviata a diventare una
nazione civilizzata come le altre nazioni Occidentali Europee. Con la
speranza che questa mia lettera Le sia recapitata e che mi dia la
conferma che a questo provvedimento si opporrà decisivamente in modo che
non venga approvato, La saluto ancora con molta stima.»
Nicolino Di Domenica - Responsabile del movimento
"Vita indipendente"
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di coinvolgimento a qualunque titolo del minore
in procedimenti giudiziari in materie
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