Un esposto viene presentato per vigilare sulla situazione.
Da notizie apparse sulla stampa, sembra che
sia stata disposta non la sospensione, ma la cessazione dei servizi di chirurgia
non solo in regime di day surgery ma anche ambulatoriale dell'ospedale di
Guardiagrele
L'avv. Simone dal Pozzo
«La notizia del
blocco del servizio di chirurgia ambulatoriale dell'ospedale di
Guardiagrele, ha destato preoccupazione - Dice l'Avv. Simone dal
Pozzo - e, nonostante la probabile smentita (o, meglio, il
probabile passo indietro della Direzione Generale della ASL),
resta un clima di confusione che
conferma la necessità che si vigili con la massima attenzione su quella
che potrebbe essere una disattivazione di fatto dell'ospedale».
«Quel che ci
preoccupa - continua l'avvocato
- è
che l'ospedale, anche se tenuto in vita
grazie alla terapia giudiziaria, sia, d'altra parte, sottoposto ad una
lenta ma inesorabile eutanasia a causa di spostamenti di
personale, mancata sostituzione di figure essenziali (come nel caso
delal radiologia), annullamento di servizi, blocco di prenotazioni.
E' grave che il Direttore Generale non conosca un provvedimento che
elimina uno dei servizi più importanti dell'ospedale, servizio che
doveva essere addirittura potenziato secondo le previsioni dello stesso
Piano Operativo.
Tra l'altro a noi risulta che questo documento sia stato firmato dopo
la pronuncia del Consiglio di Stato (leggi)
e se ciò fosse vero ci troveremmo di fronte ad un fatto
gravissimo.»
«Stiamo assistendo ad uno
spettacolo preoccupante - afferma Simone Dal Pozzo
- che ci ha imposto una decisione che avevamo rinviato fino ad oggi e
che, invece, alla luce dei fatti si rivela ancor più urgente.
Presenteremo, infatti, un esposto alla
Procura della Repubblica, per il tramite della stazione dei
Carabinieri di Guardiagrele, nel quale
chiediamo semplicemente di vigilare su quel che accade nel nostro
ospedale visto che, nonostante una formale diffida inoltrata lo scorso
15 dicembre, la funzionalità del SS. Immacolata viene messa e potrebbe
essere ancora messa a rischio e ciò nonostante l'ospedale debba
continuare a svolgere il suo essenziale servizio.»
«Anche se il servizio di chirurgia ambulatoriale fosse ancora
attivo - conclude Dal Pozzo - (e su questo ci aspettiamo
un formale provvedimento della Direzione Aziendale che assegni medici e
spazi al servizio che ha sempre garantito la sua piena operatività e
professionalità), restano altri problemi
dei quali chi ha autorità deve necessariamente farsi carico.
Il fatto che la disposizione, che sembra adottata addirittura
all'insaputa della Direzione Generale, sia stata smentita, infatti, non
ci conforta perchè, anzi, conferma lo
stato di abbandono in cui versa la nostra sanità dove, tra
l'altro, non solo il diritto alla salute, ma anche quello al lavoro pare
messo in discussione come abbiamo messo in evidenza in una relazione
trasmessa alla stampa.»
Di seguito il contenuto dell'esposto a firma dei
consiglieri di "Gradiagrele
il bene comune", Gianna Di Crescenzo, Carla Altorio,
Simone Dal Pozzo, Angelo Orlando e Gianluca Primavera
al Procuratore della Repubblica di Chieti:
Al Sig. Procuratore della Repubblica di Chieti
per il tramite della Stazione dei Carabinieri di GUARDIAGRELE
p.c. a S. E. Il Prefetto CHIETI
Guardiagrele, 30 dicembre 2010
Oggetto: ospedale di Guardiagrele -
esposto
I sottoscritti Gianna Di Crescenzo, Carla Altorio, Simone Dal Pozzo,
Angelo Orlando e Gianluca Primavera, tutti residenti in Guardiagrele,
con riferimento alla situazione del presidio Ospedaliero „SS.
Immacolata“ di Guardiagrele, espongono quanto segue.
Con Delibere nn. 44/2010 e 45/2010 del
Commissario ad acta per il rientro dai disavanzi sanitari della Regione
Abruzzo, nell’ambito del c.d. “Piano Operativo 2010” era disposta
la disattivazione dell’ospedale “SS.Immacolata” di Guardiagrele entro il
31.12.2010.
A seguito di azione giudiziaria, il
Consiglio di Stato, con decreto cautelare urgente n. 5679/2010 del
13.12.2010 sospendeva l’efficacia del Piano Operativo
relativamente alla disattivazione dell’ospedale, rinviando per la
discussione dell’appello cautelare all’udienza del 14.1.2011.
Con nota del 15.12.2010, i sottoscritti
diffidavano il Commissario ad acta, il sub Commissario, il Direttore
Generale della ASL di Chieti dall’adottare deliberazioni e/o atti
che, sia pure di fatto, avessero comportato la disattivazione
dell’ospedale e, quindi, invitavano a voler sospendere ogni atto che
comporti trasferimenti di personale, mobilità di dipendenti, traslochi
di uffici, spostamento di mobili, arredi, attrezzature e ogni altra
azione che, direttamente o indirettamente, prosegua o intraprenda la
realizzazione, sia pure de facto, della disattivazione dell’ospedale,
rammentando che il provvedimento giudiziario comporta la cessazione di
tutte le procedure relative alla disattivazione dell’ospedale.
Da notizie apparse sulla stampa, sembra
che sia stata disposta non la sospensione ma la cessazione dei servizi
di chirurgia non solo in regime di day surgery ma anche ambulatoriale,
servizi che, fino ad oggi, hanno garantito una efficace e, soprattutto,
tempestiva risposta alla richiesta di assistenza proveniente dal
territorio che fa capo all’ospedale.
Un eventuale provvedimento che dispone
la cessazione di un servizio essenziale come la chirurgia ambulatoriale
– servizio che, tra l’altro, lo stesso Piano Operativo dovrebbe comunque
continuare a garantire – costituirebbe
una grave lesione del diritto alla salute dei cittadini, delle
norme che garantiscono l’erogazione dei pubblici servizi oltre che una
violazione del provvedimento giudiziario che congela, almeno fino al
prossimo 14 gennaio, la situazione dell’intero ospedale “SS. Immacolata”
di Guardiagrele.
Sembrerebbe anche che tale provvedimento
sia stato smentito dalla Direzione Generale della ASL, ma
questo conferma solo un clima di
confusione con conseguente violazione di quanto disposto dal
provvedimento giudiziario sopra richiamato che, come detto, nel
momento in cui sospende l’efficacia delle delibere commissariali che
chiudono l’ospedale, impediscono l’adozione di provvedimenti che non
abbiano una natura esclusivamente organizzativa.
Lo stesso discorso si pone per eventuali
ulteriori atti adottati che vadano nella direzione di una lenta ma
inesorabile (sia pure, magari, non scritta)
chiusura del Presidio Ospedaliero di
Guardiagrele.
Tanto si doveva alla S. V. Ill.ma
perché, in un momento così delicato per la sanità del nostro territorio,
si accerti se siano state compiute violazioni e si vigili affinché il
diritto dei cittadini venga tutelato e garantito assicurando la
piena funzionalità di una struttura ospedaliera essenziale.
Si allegano i seguenti documenti:
1) copia del decreto del Consiglio di Stato n. 5679/2010;
2) copia diffida in data 15.12.2010.
Con ossequio.
Gianna Di Crescenzo Carla Altorio Simone Dal Pozzo Angelo Orlando
Gianluca Primavera