IL QUADRO DI SAN FRANCESCO NELL'OMONIMA CHIESA DI GUARENNA
“Inginocchiato, con le braccia aperte e lo sguardo rivolto al cielo, emerge dal buio la figura di San Francesco, attraversata da una luce che viene dall’alto e che mette in rilievo il ruvido saio e la corda che gli cinge la vita”. La tela appena descritta dall’architetto Antonella Rossetti di Casoli, è “San Francesco riceve le stimmate”, conservata nell’omonima chiesa in contrada Guarenna Nuova di Casoli.
“Che si tratti di un dipinto di pregevole qualità pittorica, è noto a tutti quelli che hanno avuto occasione di visitare la piccola chiesa rurale. - dice l’Arch. Rossetti - Oggi la nostra comunità è ancora più fiera di poter testimoniare nel dipinto di San Francesco, la mano del pittore napoletano Fabrizio Santafede (Napoli, circa 1555 – 1626), il più brillante esponente del Manierismo partenopeo.”
IL RESTAURO DEL 2001
Già dal 2001 fu posta attenzione sulla tela, quando la dott.ssa Cornelia Dittmar, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni A.A.A.S. di L’Aquila, si occupò del restauro. La relazione finale confermò l’assenza della firma dell’autore sulla tela e di documenti d’archivio pertinenti, ma dall’analisi degli elementi stilistici si ipotizzò la vicinanza dell’autore alla cerchia del pittore lombardo Tanzio da Varallo (Alagna Valsesia, circa 1582 – Borgosesia?, 1633), che seguì Caravaggio tra la Lombardia e Piemonte e il cui passaggio in Abruzzo è ampiamente testimoniato.
ATTRIBUZIONE DEL QUADRO AL PITTORE FABRIZIO SANTAFEDE
“Questa attribuzione – precisa Antonella Rossetti - è stata però confutata da studi recenti, poichè grazie alle ricerche dello studioso Franco Maria Battistella la tela è stata dichiarata opera del Santafede. La segnalazione è frutto di nuove indagini che hanno individuato altri dipinti di Fabrizio Santafede in Abruzzo. L’appartenenza al Regno di Napoli del territorio abuzzese ha favorito tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento la concentrazione di opere d’arte di origini partenopee ed in particolare del Santafede: la Madonna del Rosario conservata nel Museo Civico a Vasto, l’Adorazione dei Magi pala d’altare nella chiesa di Santa Maria della Misericordia a Bellante e la Pentecoste oggi custodita nel Centro di Arte e Cultura “A. Di Giovanni” di Roccamorice.”
“Molto probabilmente – continua Rossetti - il San Francesco, che si aggiunge al censimento dei dipinti abruzzesi dell’autore napoletano, appartiene al secondo decennio del Seicento: infatti lo stile che lo contraddistingue si avvicina alla sua produzione di quegli anni. Ciò che resta da comprendere è come il quadro sia arrivato nella chiesa di Guarenna, dato che l’attuale fabbrica risale al 1780, come conferma l’epigrafe in facciata.”
MA
COME E’ ARRIVATO IL QUADRO NELLA PICCOLA CHIESA RURALE DI GUARENNA?
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“Le possibilità al vaglio sono diverse. – spiega ancora l’architetto - Di queste la più accreditata prevede che il dipinto sia stato portato dai frati francescani quando da Lanciano si trasferirono a Guarenna edificando una chiesa ed una piccola struttura conventuale a circa duecento metri da quella attuale, e che poi fu distrutta da una frana. Un’altra ipotesi invece, vuole che il quadro sia stato donato alla chiesa dalla famiglia d’Aquino (casata del Regno di Napoli e feudataria di Casoli tra il 1642 ed il 1806) proprietaria di un’antica taverna posta proprio a dieci metri dal luogo dove venne ricostruita l’attuale chiesa di San Francesco.”
QUATTRO ANNI FA IL QUADRO IN MOSTRA A NAPOLI
Il dipinto è stato portato per la prima volta all’esterno della chiesa quattro anni fa e precisamente dal 23 Ottobre 2014 fino al 16 Gennaio 2015, dove è stato possibile osservare il “San Francesco riceve le stimmate” all’interno della mostra “Tanzio da Varallo incontra Caravaggio”
(vai
alla pagina del catalogo) allestita presso le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli.
“L’esposizione - racconta Rossetti - copriva i primi anni di apprendistato che Tanzio da Varallo trascorse a Roma e Napoli, includendo preziose testimonianze artistiche divise tra il capoluogo campano e l’Abruzzo, e racconta degli altri caravaggisti e tardo manieristi, tra cui Fabrizio Santafede. Una pagina della storia dell’arte tanto importante quanto poco indagata.”
All’interno della mostra oltre al dipinto di Santafede c’erano altre due opere provenienti dalla provincia di Chieti: “Madonna con il Bambino” e “San Francesco d’Assisi e un donatore” di Tanzio da Varallo, in prestito dall’Arcivescovado di Chieti, e dello stesso autore “Circoncisione di Gesù” con i santi Carlo Borromeo e Francesco d'Assisi, olio su tela, 1610-1611 circa, proveniente dalla chiesa di San Remigio di Fara San Martino
(guarda
il quadro).
“E’ stato un grande onore questo per la nostra comunità, - commenta Antonella Rossetti - che ha riscoperto un tesoro donatoci dalla provvidenza per condividerlo con i tanti che vorranno venire ad ammirarlo al suo ritorno da Napoli. Pregando in questa pieve non si può fare a meno di incontrare gli occhi estasiati del San Francesco di Santafede, da cui è difficile distogliere lo sguardo. Grazie alla tenace volontà di Don Nicola e dei suoi parrocchiani, - conclude - la piccola chiesa immersa nell’oasi di Guarenna Nuova continua ad ospitare degnamente un capolavoro che ci ricorda che la grandezza del Santo Patrono d’Italia sta nel suo semplice dialogo con Dio e il Creato, per secoli dono e strumento di pace.”