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Di seguito gli Articoli, i Video e le Immagini pubblicati nella giornata richiesta.
Comunicato stampa di Pierluigi Natale sulla conferenza del Pdl
«Ieri mattina, quasi alla chetichella, - dice
il Dott. Pierluigi Natale, presidente del Comitato Civico in
difesa dell'ospedale di Casoli - si sono riuniti i rappresentanti
della destra sia provinciali che regionali, per una conferenza stampa
sulla situazione sanitaria della zona del Sangro-Aventino. Non è compito
mio fare polemiche politiche, - continua Natale - ma vorrei
ricordare al senatore Di Stefano di rileggersi quella "lettera
alle famiglie di Casoli" da lui stesso inviata circa due anni fa a
tutte le famiglie di Casoli. All'assessore Febbo, tanto impegnato
nelle controversie del polo cardiochirurgico di Chieti, comunichiamo che
lo esautoriamo dal compito gravoso di difendere anche l'ospedale
di Casoli, visto i risultati.»
«Questo povero ospedale - dice il presidente
del Comitato Civico - distrutto sia dalla sinistra che dalla destra,
continuerà ad essere difeso dai casolani e dai cittadini dei circa 30
comuni del Sangro-Aventino, che sono stufi di questi rimpalli politici
sulle passate e recenti responsabilità. La realtà è unica e rara: la
Politica, quella con la "P" maiuscola, ha deciso che una vasta zona,
quella del Sangro-Aventino, non merita nemmeno un piccolo presidio
sanitario dove si può effettuare un primo e vero soccorso ad un
malore o ad una ferita sanguinante obbligando il paziente a lunghi
ed estenuanti peregrinaggi per tutti gli ospedali della Asl! »
«La Destra - conclude - ha avuto il grande
torto d'aver approvato, a scatola chiusa, il piano della Dott.ssa.
Baraldi, che, venuta da Milano, ha redatto un piano senza tenere
conto che la zona Sangro-Aventino è fatta di strade tortuose e di
montagna. Dopo che la dottoressa sarà tornata a casa, rimarrà solo la
responsabilità politica... ed in politica - come ha
già affermato in una precedente riflessione il Dott. Natale - chi sbaglia
paga!!!»
Diversabili, una lettera di rabbia di Nicolino Di Domenica
Foto tratta dal sito:
consequor.it
«Carissimi, Vi allego a questa e-mail una lettera di
rabbia, - dice Nicolino Di Domenica Responsabile Movimento Vita Indipendente
Abruzzo - e nello stesso tempo di sconforto, perchè pochi sono a conoscenza
di un fenomeno che avviene presso gli uffici di qualche assessore "con troppi
impegni" per poter dare udienza ai sudditi. Questo mio articolo è un grido di
dolore e una richiesta di aiuto. E' anche la volontà di rendere pubblici alcuni
atteggiamenti e comportamenti veramente odiosi e inutilmente vessatori.»
SERVI DELLA GLEBA
di
Nicolino Di Domenica
Persino nel Medioevo, periodicamente esistevano le “udienze”
che i potenti di allora, feudatari, valvassini e valvassori, concedevano al
popolo. In tutti i tempi, re e imperatori, magari in circostanze e ricorrenze
particolari, si degnavano di ascoltare i sudditi che, eventualmente proni e
genuflessi presentavano le loro “suppliche” presso le loro “sale del trono”.
Questi potenti lo facevano solo perchè non avevano niente di meglio da fare?
Forse si annoiavano e preferivano passare del tempo ad ascoltare suppliche?
Pensiamo proprio di no. Pensiamo che invece erano ben consapevoli che, ogni
tanto, bisognava dare una possibilità anche agli ultimi, sul consenso implicito
dei quali si basava il loro potere. Sapevano cioè che non dare alternativa alle
persone, anche alle più umili, metterle con le spalle al muro, poteva essere
pericoloso per le loro “poltrone”.
Accade ora, ai giorni nostri, invece che, alcuni valvassori,
(intendi assessori), semplicemente si rifiutano di concedere udienza. Accampano
svariati impegni, dovuti alle numerose deleghe (forse è il caso di rimetterne
qualcuna, visto che gli impegni sono troppi?), e rimandano all’infinito la
concessione di un colloquio. Il fatto è grave, soprattutto se ci si nega a
rappresentanti competenti ed autorevoli di cittadini di categorie
particolarmente svantaggiate. Il filtro è rappresentato da segretarie, dalla cui
voce si desume giovinezza (magari avvenenza e inesperienza), le quali hanno però
presto imparato le tecniche più negative della comunicazione e non riescono a
nascondere un vago, ma presente, sentore di arroganza nella loro voce. Forse
sono state contagiate dal loro referente?. Sicuramente hanno avuto un pessimo
insegnante. La prima cosa da imparare, nella loro posizione, è rispondere sempre
gentilmente e possibilmente in maniera rassicurante a chi si lamenta, magari
anche con veemenza dell’ennesimo rifiuto. Non farne mai una cosa personale e ...
soprattutto non lanciare velate minacce tipo: “riferirò le sue parole e il tono
(peraltro usando lo stesso tono dell’interlocutore) così l’assessore trarrà le
sue valutazioni”. Anche le ragazze dei call center imparano a fare “buon viso a
cattivo gioco”; forse nei nostri assessorati non è più neanche necessaria quella
minima parvenza di cortesia, forse qualcuno ha deciso che non ne può più di
cittadini che tentano di far valere i propri diritti e che lottano per i diritti
di tutta la cittadinanza; forse ormai siamo ridotti al rango di “sudditi”, i
“servi della gleba”,di cui parlavamo sopra, senza neanche il diritto di udienza.
In questo caso la differenza con gli schiavi della antica Roma qual é? Restiamo
in attesa di una risposta ricordando ai nostri “feudatari” alcuni personaggi
storici: Menenio Agrippa e Spartaco. Che riflettano su di loro, dopo, magari,
aver fatto una rapida ricerca su google, per sapere chi sono.
Uno dei principi fondamentali di chi gestisce il potere è di
non lasciare MAI senza speranza coloro che questo potere glielo hanno affidato.
Che imparassero dal loro “capo” sempre attento a non far cadere mai le
illusioni.
Nicolino DI DOMENICA
Responsabile Movimento Vita Indipendente Abruzzo - e-mail:
nicolino.didomenica@tiscali.it
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n.196, che estende il divieto anche ai casi
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